Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 09 Aprile 2024
Omicidio di Poggiridenti, oggi l’udienza di convalida
Davanti al sostituto procuratore ieri mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere, e oggi comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, Fabio Giorgi, per l’udienza di convalida del fermo. Primo interrogatorio a Palazzo di giustizia ieri per Luca Iannello, il 24enne residente a Sondrio reo confesso dell’omicidio dello zio materno, Davide Conforto, che sabato pomeriggio, al culmine di una violenta lite, ha ucciso a coltellate al piano terra della sua abitazione in via Masoni a Poggiridenti.
Il giovane è stato convocato, insieme al suo avvocato d’ufficio, Matteo Sergi di Morbegno, in Procura a Sondrio dal pubblico ministero titolare delle indagini, il dottor Daniele Carli Ballola, arrivato a Sondrio da pochi mesi e già titolare di uno dei casi più delicati registrati in Valtellina. Pochi minuti di interrogatorio, perché il legale, che ancora non aveva ricevuto gli atti e non aveva quindi potuto visionare la documentazione, ha consigliato al suo assistito di avvalersi della facoltà di non rispondere. Difficile dire cosa farà, però, questa mattina. Alle 9.30 è in programma l’udienza di convalida dell’arresto per omicidio volontario davanti al gip Giorgi. Allo stato attuale, tra l’altro, non si sa se ad affiancarlo sarà ancora il legale nominato d’ufficio, l’avvocato Sergi appunto, oppure un altro, poiché pare che la famiglia di Iannello stia valutando la possibilità di conferire, di fiducia, l’incarico ad un avvocato del Foro di Milano.
In ogni caso, il giovane potrebbe fare ancora scena muta, lasciando il velo di mistero attorno al movente dell’efferato delitto. Oppure potrebbe decidere di rispondere alle domande del giudice e spiegare finalmente perché abbia accoltellato a morte lo zio.
Finora, infatti, non ha detto nulla agli inquirenti per motivare il violento gesto, non ha voluto, o forse non è stato in grado di spiegare cosa sia veramente accaduto sabato pomeriggio, per quale motivo avevano litigato, cosa lo abbia portato a prendere un coltellaccio da cucina in mano e ferire il 62enne, lasciandolo privo di vita sul pavimento di casa.
Eppure ha ammesso tutto, non ha tentato di scappare, ma non ha fornito spiegazioni. Dopo aver vagato per qualche ora in stato confusionale dopo il delitto, ha chiamato il Numero unico di emergenza 112.
«Ho ammazzato mio zio, venite» ha detto all’operatore, poi ha atteso i carabinieri nel giardino della casa in via Maioni e ha indicato loro dove avrebbero trovato il corpo senza vita di Davide Conforto. Appariva, ancora, in stato confusionale, attanagliato dal rimorso per quello che aveva fatto e che, forse, non sapeva spiegarsi nemmeno lui. Farfugliava. Eppure non ha mai fatto accenno al perché avesse colpito mortalmente lo zio. Nemmeno una parola.
Un movente che, senza una spiegazione e un racconto più dettagliato da parte di Luca Iannello, che potrebbe arrivare questa mattina in sede di interrogatorio, resta indecifrabile e difficile da individuare anche per gli investigatori del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia carabinieri di Sondrio, che da sabato sera indagano senza sosta per fare luce sul delitto.
Ieri in Procura un via vai di investigatori nell’ufficio del sostituto procuratore, è stata una mattinata di intenso lavoro con l’obiettivo, appunto, di trovare quelle risposte che al momento non ci sono.
Intanto, non è ancora stata fissata la data per l’autopsia sul corpo di Davide Conforto, esame che potrà chiarire, intanto, quando il 62enne è stato ucciso, quante coltellate abbia sferrato il nipote (lui avrebbe parlato, sempre in modo abbastanza confuso, di almeno tre fendenti) e quale di questi sia stato il colpo fatale che ne ha causato la morte immediata.
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