Direttore, economo e incaricato dell’oratorio. Tre ministeri finora distinti per i salesiani presenti in città, ma che da oggi sono stati tutti assunti dal nuovo direttore, don Emanuele Cucchi, che in mattinata si è insediato dopo aver pronunciato la professione di fede e compiuto il giuramento di fedeltà nella chiesa di San Rocco.
Tanti i presenti per una tarda mattinata assolata di fine agosto. Tra loro confratelli sacerdoti, diocesani, come l’arciprete don Christian Bricola, e salesiani, rappresentati anche dal vescovo Luciano Capelli. Non è mancata la comunità delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice da Tirano. Poi erano rappresentati i giovani dell’oratorio, i membri della Polisportiva giovanile salesiana, i cooperatori e gli ex allievi, come pure diversi fedeli che abitualmente frequentano la chiesa di San Rocco che era gremita.
All’interno di una semplice liturgia della Parola, presieduta da don Roberto Dal Molin, superiore dell’Ispettoria salesiana di Lombardia ed Emilia Romagna, alla presenza anche del vicario ispettoriale, don Erino Leoni, don Cucchi ha assunto il nuovo incarico al quale lo scorso giugno è stato destinato con il benestare dell’allora rettor maggiore dei salesiani, il cardinale Ángel Fernández Artime, poi cessato dall’incarico due settimane fa.
«È un momento familiare e solenne assieme - ha affermato don Dal Molin -, non è solo un passaggio burocratico e lo viviamo in chiesa perché si tratta di portare avanti una comunità dove don Emanuele sarà il venticinquesimo direttore e si inserirà all’interno di un fiume di grazia qui presente. Questo momento non riguarda solo il nuovo direttore, ma l’intera comunità educativo - pastorale di Sondrio, che rinnova e testimonia qui la presenza e l’amore di San Giovanni Bosco».
A partire da un brano della lettera di San Paolo agli Efesini, proclamato durante la preghiera e richiamato esplicitamente in tre passaggi, il superiore dell’Ispettoria salesiana ha invitato il nuovo direttore a essere fedele al carisma di don Bosco «comportandosi “in maniera degna della chiamata” ricevuta, ricordandosi che c’è il dono della vocazione da ricordare prima che un nuovo incarico da accogliere». Poi ha chiesto di vivere «uno stile di dolcezza e magnanimità», da accompagnare rispettivamente a «fermezza e rettitudine». Infine, don Dal Molin ha ricordato al confratello don Cucchi che scopo del suo servizio è quello di «edificare il Corpo di Cristo», da «”fratello tra fratelli”, come ricordano le costituzioni dei salesiani, evitando di scivolare verso l’autoritarismo».
Don Emanuele Cucchi si è detto «contento di essere a Sondrio per questa nuova esperienza di vita salesiana». E di giungere in città «con grande emozione», consapevole dei 127 anni di storia dell’opera iniziata nel 1897 dai sacerdoti inviati dal primo successore di San Giovanni Bosco, il Beato Michele Rua. «Io sono l’ultimo arrivato - ha aggiunto -, ma ho il grande desiderio di portare Don Bosco in questa realtà per le necessità dei giovani, per mettersi al loro ascolto per cercare di capire quali siano le nuove sfide che la vita ci richiede e alle quali il carisma salesiano può dare una risposta. Un carisma che è sempre ricco di tante risorse e sarà bello collaborare con il territorio per poter rendere ancora presente Don Bosco».
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