Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 16 Aprile 2019
«Nuova tecnica, Sondrio arriva al top»
Sanità, nel reparto di chirurgia dell’ospedale il tumore al retto viene trattato con una procedura mininvasiva. Il primario Pierpaolo Bordoni e il suo aiuto Alessandro Spolini: «Diamo al paziente tutte le soluzioni possibili».
«Con l’introduzione di questa nuova tecnica mini invasiva per i tumori al retto possiamo proporre ai pazienti tutte le soluzioni possibili per la cura del caso, senza bisogno che si rechino altrove. Raggiungiamo in questo ambito un livello di eccellenza assoluto in Lombardia, quindi in tutta Italia».
Pierpaolo Bordoni, primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Sondrio dal 2010, insieme al suo aiuto Alessandro Spolini introduce così la nuova tecnologia in grado di imprimere anche nel nosocomio cittadino una svolta nella cura di questi casi, eliminare la lesione laddove possibile, alleviare la degenza e migliorare il recupero per il paziente.
Si chiama TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery) la tecnica utilizzata, che va oltre l’evoluzione sulla laparoscopia su cui la medicina si è sempre più orientata negli ultimi anni, superando quanto accadeva fino a poco tempo fa con il paziente sottoposto a un intervento di tre, quattro ore, a cui faceva seguito una degenza di una decina di giorni.
Non solo. Le possibilità che dopo l’intervento si creino delle complicazioni legate alla sutura vengono eliminate. La tecnologia introdotta nell’ospedale di Sondrio permette invece interventi di un’ora e mezza di media, con anestesia spinale. Il giorno seguente il paziente può alimentarsi e in terza giornata può tornare a casa. La tecnica inventata nel 1983 dal medico tedesco Gerhard Friedrick Buess è stata sviluppata in particolar modo in questi ultimi anni e l’ospedale Molinette di Torino è diventato un punto di riferimento a livello italiano.
Proprio lì Alessandro Spolini ha frequentato una serie di corsi per introdurre la tecnologia all’ospedale di Sondrio. La tecnica si applica ai tumori benigni del retto, dove la lesione sia compresa tra 4 e 18 centimetri. Grazie al TEO (Transanal Endoscopic Operation), lo strumento utilizzato per l’intervento, si interviene direttamente sul retto senza tagli, senza rischi di suture che possono non tenere, con tre tubi forniti a supporto da utilizzare a secondo della dimensione della lesione da asportare.
Nel caso di tumori maligni è possibile intervenire nel primo stadio del tumore, mentre sul secondo è in corso un dibattito a livello mondiale per capire se allargare la procedura o meno. Di fatto, nel caso dall’intervento effettuato con il TEO dovesse emergere uno stadio avanzato della lesione dopo successivi esami, a quel punto si può tornare a operare con la vecchia tecnica da sempre utilizzata.
Il primo caso affrontato all’ospedale di Sondrio da Bordoni e Spolini è stato quello di una donna di 81 anni operata a dicembre dello scorso anno. Sottoposta ai controlli del caso successivi all’operazione, la paziente è guarita. A seguire altri due interventi dello stesso tipo sono stati affrontati, entrambi con esito positivo. Le prospettive sono quelle di intervenire su una media di quindici casi in valle considerata anche la popolazione valtellinese, ma l’auspicio è che anche da fuori provincia potrebbero arrivare richieste in tal senso. «Quando sono tornato a Sondrio due anni fa speravo si potessero offrire ai malati soluzioni sempre più all’avanguardia e così sta avvenendo», afferma con soddisfazione Spolini, la cui passione per la chirurgia mini-invasiva non si ferma qui.
Il trattamento della fistola perianale (VAAFT la sigla della tecnica utilizzata) e quello del Sinuis Pilonidalis (EPSIT) sempre con tecnologia mini invasiva sono altre delle due applicazioni che rendono il reparto di chirurgia di Sondrio all’avanguardia.
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