Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 07 Dicembre 2017
Nascite, calo del 2%: «In linea con il Paese»
Anche in provincia si registrano numeri in diminuzione quest’anno: finora i parti sono stati 955. Il primario di Ostetricia e Ginecologia: «A dicembre però potremmo raggiungere la quota registrata nel 2016».
Anche in provincia di Sondrio, così come in tutto il resto d’Italia, le nascite hanno fatto registrare un leggero calo, ritenuto comunque non preoccupante dal primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Sondrio Ciro Sportelli.
Nei punti nascita di Valtellina e Valchiavenna quest’anno fino al 30 novembre sono avvenuti 955 parti, contro i 975 dei primi 11 mesi del 2016: il calo si attesta attorno al 2%, in linea con i dati riferiti a tutto il territorio della Penisola.
Proprio in Italia, infatti, nel 2016 sono nati 473 mila bambini, di cui 69 mila da genitori stranieri, una cifra inferiore di 12 mila unità rispetto al dato registrato nel 2015. «Il calo del 2% - ha evidenziato il dottor Ciro Sportelli - è in linea con quanto avviene anche nel resto del Paese, quindi non è un aspetto di preoccupazione specifica per il nostro territorio».
«Inoltre, non soltanto non registriamo una particolare fuga e migrazione ospedaliera dal territorio della provincia di Sondrio per quanto riguarda le donne che devono partorire, inoltre tradizionalmente dicembre è uno dei mesi in cui si registrano più nascite, quindi è possibile che si raggiunga a fine anno la cifra del 2016 quando ci furono circa 1.050 parti in tutto l’anno. Peraltro, nei vari punti nascita si può registrare un andamento un po’ alterno, visto che ad esempio capita spesso che una coppia faccia nascere il suo primo figlio a Sondrio e successivamente il secondogenito veda la luce a Sondalo, solo per fare un esempio».
Oltre ai dati a livello provinciale in linea con quelli in ambito nazionale, anche le cause della riduzione delle nascite sono le stesse che caratterizzano tutto il resto del territorio italiano: «Innanzitutto il lavoro, che impegna le donne più di quanto non accadesse in passato e mancano gli ausili in loro sostegno - ha spiegato il primario Sportelli -. Inoltre anche l’età non è un fattore trascurabile, visto che ad esempio negli anni ’70 una donna aveva il primo figlio a 24 anni, mentre ora diventa mamma in media a 31 anni».
«La crisi si è fatta indubbiamente sentire, specie negli anni scorsi, con la percezione di molti di non poter garantire un buon futuro ai loro figli - la considerazione del primario -. Infine, è cresciuto anche il fenomeno del “free child”, cioè il convincimento a priori di una donna di non volere figli per dedicarsi ad altri aspetti della sua vita, come il lavoro, la carriera oppure la possibilità di viaggiare».
Da non trascurare anche il fatto, evidenziato sempre dal dottor Sportelli, che anche le donne straniere stanno avendo meno figli rispetto al passato, dunque incidono sulla diminuzione percentuale delle nascite. Affinché questo dato torni a salire sono dunque necessari alcuni interventi anche in ambito economico e sociale.
«È necessario - ha concluso il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Sondrio - rendere prima possibile più autonomi i giovani con un’occupazione stabile e anche dare più lavoro alle donne, oggi spesso svantaggiate e demotivate, cavalcando la parità dei sessi e garantendo altresì maggiore “simmetria” alle coppie».
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