Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 10 Ottobre 2016
«Mortirolo, risposte tra pochi giorni»
Il presidente Maroni, ospite del Rotary Club Sondrio, ha parlato anche del traforo. «Opera che serve, chiederò al Governo che una parte dei fondi disponibili sia destinata a uno studio di fattibilità».
«Noi abbiamo le idee chiare circa il fatto che la Valtellina e la Valchiavenna, le zone montane, la provincia di Sondrio, devono avere più autonomia» ha detto Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, al termine della serata Rotary Club tenuta venerdì sera alla sala “Besta” della Banca Popolare di Sondrio. Il presidente del Rotary Club Sondrio, Carlo Mazza, ha presentato la serata. Sessanta soci (Bormio, Sondrio e poi Colico) che si occupano di progetti di servizio ad ampio raggio, sia nel sociale che legati al territorio, all’ambiente.
«Abbiamo qui con noi il presidente Maroni - ha detto Mazza - per avviare un dibattito su problematiche e voci un po’ preoccupate circa il nostro futuro; in sostanza, un appello a prenderlo per mano e pilotarlo al meglio. Il tema della serata infatti è stato “Il futuro di Sondrio e della Valle: quale modello di sviluppo. Strategie regionali e comunitarie”. Il presidente Maroni ha chiarito l’incertezza di questo futuro prossimo, legato anche al risultato di alcune consultazioni; l’importante è creare un’opinione pubblica locale e una presa di coscienza su questi temi. L’intento secondo me è stato raggiunto, non tanto per le risposte da “presidente”, che pure sono arrivate, quanto per avviare il dibattito sul nostro futuro».
«Più risorse e più capacità di intervenire per garantire a chi lavora qui, a chi abita qui – ha illustrato Maroni –, in condizioni più difficili rispetto a chi abita in città, di poter svolgere la propria attività alla pari di quelli che hanno più servizi, più collegamenti, più infrastrutture. Questo vuol dire più autonomia e più risorse ed è quello che noi (Regione Lombardia) ci impegniamo a fare. A patto che risorse e autonomie rimangano alle Regioni. Lo dico chiaramente: se passerà la riforma costituzionale le Regioni verranno ridotte e di conseguenza competenze e autonomie (e la maggiore autonomia dei territori montani) non potrà essere attuata (applicata)». Alcuni interventi hanno riguardato il traforo del Mortirolo, argomento molto caro a Paolo Oberti, a capo del comitato, presente tra il pubblico. Maroni non si è tirato indietro. «Sono convinto che quel traforo sia una buona cosa; adesso dovrò trattare con il Governo per la destinazione di un po’ di risorse per le infrastrutture e chiederò che una parte di queste somme sia destinata per uno studio di fattibilità per il traforo del Mortirolo, perché credo che sia una di quelle opere che servono. Vedremo nelle prossime due settimane se questa trattativa andrà a buon fine».
La provincia ha anche un immenso patrimonio boschivo; cosa ne facciamo di quei 100mila ettari di verde? «L’idea che ho raccolto in sala è stata quella di valorizzarlo di più e meglio di come si fa oggi, guardando anche un po’ a quello che si fa in Trentino. Io sono d’accordo e ho chiesto di mandarmi delle idee, delle proposte, capire cosa fare, come fare. Mi han detto che non servono risorse pubbliche e questa è una buona notizia. Vedremo di gestire una serie di interventi; ne parlerò con chi ha caldeggiato questa sera, in sala, queste iniziative e se si può fare lo faremo più che volentieri. Il bosco ha bisogno di essere vissuto, ma ci sono anche delle regole nazionali ed europee (non solo regionali), però se a in un bosco non si fa manutenzione, non solo non rende, ma diventa un pericolo e un rischio. Faremo un approfondimento sul tema».
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