Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 02 Maggio 2017
Morti sul lavoro, due nuovi nomi sul Libro della memoria
Paolo Pradella e Giuseppe Antonioli sono i due nuovi iscritti sul tomo istituito da padre Giuseppe Oldrati nel lontano 1967 e a tutt’oggi conservato presso la chiesa del Convento dei Frati Cappuccini di Colda.
“Passato di mano” nel 2002 con la scomparsa di padre Oldrati, quest’anno il primo maggio, Festa del lavoro, ricorreva il cinquantenario dell’istituzione del Libro e l’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi (Anmil) insieme a Cgil, Cisl e Uil (che stanno proseguendo l’opera del frate cappuccino che “curava” le anime dei cantieri) ha riunito parenti dei deceduti sul lavoro, amici, associati e autorità per celebrare la giornata, innanzitutto, alle 10, una Santa Messa in suffragio, officiata dal vicario episcopale don Corrado Necchi.
«Oggi viviamo un momento di sofferenza condivisa - ha detto don Necchi - perché ogni morte è un volto concreto: papà, mamma, marito, moglie, un figlio che non c’è più. Le statistiche sono numeri, ma un solo morto, per chi perde una persona cara, è già troppo. Sofferenze che abbiamo nel cuore; un peso portato assieme, ma non per questo meno pesante e un attimo di riflessione per battersi a che non succeda più».
Ma gli infortuni proseguono, nonostante tutti gli sforzi che si fanno. Nel 2016 è toccato a due imprenditori artigiani. «I morti non hanno colore - ha detto Emilio Giacomelli, presidente dell’Anmil -. Negli anni si è creato un conflitto sociale tra datori di lavoro e lavoratori e se veramente vogliamo uscire da questa impasse dobbiamo comprendere di lavorare tutti per la stessa cosa, la sicurezza. La normativa c’è, ma i risultati stentano ad arrivare; sbagliamo l’applicazione della norma. Non dobbiamo cercare di chi è la colpa -, ma cercare di fare il possibile affinché si possa arrivare ad avere un giorno la “pagina bianca” sul Libro della Memoria».
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