Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 27 Ottobre 2017
Morti e feriti in calo sulle nostre strade. «Risultato eccellente»
L’Istat promuove la provincia di Sondrio. Il prefetto Scalia «Grazie al lavoro delle forze dell’ordine ma andiamo avanti con le iniziative di prevenzione»
Un punto di partenza, più che un punto di arrivo. Il dato però resta positivo: sulle strade della provincia di Sondrio morti e feriti sono in calo. Parallelamente, anche il numero complessivo degli incidenti fa registrare una netta flessione nel 2016 rispetto al 2015.
Lo certifica l’Istat nell’ultimo focus sul traffico in Lombardia i cui risultati sono stati pubblicati ieri. Per quanto riguarda la provincia di Sondrio, in valore assoluto il numero degli incidenti stradali scende dai 460 del 2015 ai 423 dell’anno scorso. I morti passano da 11 a 5 e i feriti da 729 a 661. Tradotto in percentuale, il quadro può essere letto come una diminuzione dell’8% degli incidenti con un calo del 54,6% del numero dei decessi e del 9,3% di quello dei feriti.
Soltanto Cremona fa meglio, ma appena alla voce “morti”, facendo registrare un incoraggiante meno 55,2%. Incidenti in generale e feriti, però, calano meno che a Sondrio. Anche senza entrare nel dettaglio della situazione delle singole province lombarde, comunque, dalla statistica emerge come Valtellina e Valchiavenna stiano compiendo dei miglioramenti decisamente più sensibili del resto della Lombardia il cui dato complessivo parla di un numero totale di sinistri e di feriti in lievissimo aumento (rispettivamente più 0,7% e 0,9%) e di una diminuzione dei decessi del 4,2%. Qualcosa a Sondrio ha funzionato meglio che altrove.
«Diciamo subito che si tratta di un risultato eccellente, ottenuto grazie al lavoro delle istituzioni e delle forze dell’ordine» commenta a botta calda il prefetto Giuseppe Mario Scalia, da sempre in prima linea sui temi della sicurezza stradale e dell’efficienza della viabilità provinciale. Il rappresentante del governo però non si accontenta, puntando piuttosto ad alzare ancora un po’ l’asticella.
«La prevenzione è servita. Nel futuro imminente la Prefettura sarà impegnata in una campagna di sensibilizzazione ulteriore» annuncia Scalia, tenendo ben presente che comportamenti a rischio come guidare dopo aver bevuto troppo e viaggiare a velocità eccessivamente sostenuta sono ancora ben radicati in chi frequenta le strade della provincia, residenti e turisti. Lo dimostrano i dati dei bilanci di attività delle forze dell’ordine: le sanzioni per guida in stato di ebbrezza, per esempio, sono sempre piuttosto numerose. «Per questo prosegue l’opera di prevenzione, attuata naturalmente con la collaborazione delle scuole - ribadisce il prefetto. Come ho già detto in altre occasioni, dobbiamo partire dal presupposto che l’uomo è per sua natura debole e va aiutato. Per questo sono importanti l’educazione e, quando è necessario, anche la rieducazione».
Lo studio dell’Istat è l’occasione per fare il punto sulla situazione sicurezza in Lombardia alla luce dei programmi di respiro continentale che impegnano i paesi membri dell’Unione Europea a dimezzare il numero dei morti sulle strade con riferimento al periodo 2001-2020.
Nei primi dieci anni, le vittime della strada nella nostra regione si sono ridotte del 47,3%, dato migliore rispetto al 42% della media nazionale. Nel periodo 2010-2016 si sono registrate ulteriori diminuzioni, pari rispettivamente a meno 23,2% e a meno 20,2%.
Il programma della Commissione europea pone anche l’accento sui cosiddetti utenti vulnerabili, cioè i pedoni e chi viaggia in moto o in bicicletta. Qui le note a livello lombardo sono decisamente meno liete: il peso relativo dei decessi di utenti vulnerabili rispetto al totale nel 2016 è stato pari al 54,8% contro il 49,3 a livello nazionale. Anche in provincia, come dimostra la cronaca locale, sono gli utenti di moto e bici a pagare maggiormente il conto dei rischi della viabilità.
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