Morte sul lavoro a Berbenno, due condanne e un’assoluzione

Due condanne a 4 mesi di reclusione con la condizionale e due assoluzioni: si è concluso così in primo grado il processo in tribunale a Sondrio per la morte di Meriglen Hoxha, operaio albanese che ha perso la vita sul lavoro a 34 anni nel 2017 a Berbenno di Valtellina. Alla sbarra Giuseppe Dell’Orto, 53enne di Seregno, in provincia di Monza Brianza; Sergio Raimondo, 49enne anche lui di Seregno; Vittorio e Paolo Mainetti, rispettivamente 83 e 51anni, di Berbenno.

L’operaio era dipendente della ditta D.R.D. Srl di Desio, in Brianza, di cui Dell’Orto è legale rappresentante e amministratore delegato. Quel giorno, il 21 giugno del 2017, si trovava nella sede della Valtecne insieme ad un collega della D.R.D, Raimondo, per ritirare un container carico di trucioli di ferro, scarti della lavorazione dell’industria di proprietà della famiglia Mainetti.

Lo straniero stava maneggiando con gli stabilizzatori idraulici che consentono al mezzo pesante di essere ben piazzato a terra quando è in funzione la gru. Si tratta di un braccio estensibile che prima esce in senso orizzontale, su entrambi i lati del camion, e poi si appoggia a terra grazie a un pistone che scende verticalmente. L’incidente mortale era avvenuto mentre il braccio si era allungato di lato: l’operaio si era ritrovato con la testa sulla linea del pistone che l’aveva schiacciata contro il container che aveva alle spalle. Era morto sul colpo.

I quattro uomini sono stati accusati di omicidio colposo. Sergio Raimondo è stato condannato a 4 mesi di reclusione, pena sospesa, perché, secondo l’accusa, «aveva utilizzato in maniera non conforme alle istruzioni la gru, già in uso ad Hoxha, azionando in modo errato i comandi degli stabilizzatori, confondendo il comando di estrazione con quello di rientro, determinando così l’estensione della traversa dello stabilizzatore, che ha colpito il collega causandone la morte».

Stessa condanna per Giuseppe Dell’Orto, che avrebbe omesso di verificare che la gru venisse installata e utilizzata in conformità alle istruzioni d’uso e di effettuare la dovuta manutenzione. Assolti per non aver commesso il fatto padre e figlio titolari della Valtecne. Esclusa anche la responsabilità delle due ditte, perché l’illecito amministrativo contestato non sussiste.

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