Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 19 Giugno 2018
Molteni a Salvini: «Le pecche a Sondrio dovute alla Regione»
Risposta del sindaco al ministro: «Qui slogan sui barconi, ma nei punti “caldi” del Paese va solo a vedere le partite».
«Da un ministro che ha deciso di fare una grande battaglia ai campi rom, ai clandestini e, immagino, alla criminalità organizzata, sorprende questa scelta di venire a Sondrio due volte in quindici giorni. Evidentemente preferisce venire qui a lanciare i suoi slogan, mentre in altre realtà caratterizzate da queste problematiche sociali preferisce andare a vedere le partite».
A parlare è il sindaco uscente Alcide Molteni, il destinatario delle critiche è il ministro degli Interni Matteo Salvini: dopo il comizio di domenica sera in piazza Garibaldi, infatti, ieri il primo cittadino ha indetto una conferenza stampa - «l’ultima da sindaco», ha sottolineato - e ha risposto “a distanza” al segretario della Lega.
«Il sottoscritto è onorato di aver contribuito insieme a tanti cittadini a realizzare in questa realtà tutto quanto è possibile perché Sondrio sia ai primi posti in Italia per sicurezza - ha detto Molteni -. Ho seguito con attenzione le dichiarazioni del ministro degli Interni e gli esempi di Cosio e di Bormio poco c’entrano con la realtà di Sondrio, ma non ho visto lo stesso fervore nell’andare a Cosio a sostenere un candidato sindaco che di fatto è vicino alla Lega».
E il primo cittadino uscente ha rivendicato la bontà dell’operato della sua amministrazione in questi anni, su diversi fronti: «Lascio una città dove vigono la pulizia e l’ordine pubblico - ha affermato ieri pomeriggio nella stüa di palazzo Pretorio -, dove le scuole funzionano e tutte le strutture pubbliche sono di qualità, oltre che a norma. Se ci sono pecche o oggettive minori qualità, queste sono legate ai servizi sanitari, che vorrei migliori, ai trasporti ferroviari e all’esagerata presenza della grande distribuzione fuori dai confini della città, tre questioni che sono a carico della Regione e non sono certamente causate dagli sbarchi o dai barconi, che come noto non possono risalire l’Adda».
Ma le dichiarazioni di Salvini in piazza Garibaldi (e pure nel precedente comizio in Garberia) non sono state l’unico bersaglio del sindaco uscente, ieri. «Le modalità gridate introdotte da certi leader – ha proseguito - stanno consentendo a persone che hanno ricoperto ruoli nei consigli di amministrazione di importanti aziende o istituti locali di alzare la voce inneggiando al cambiamento. Non avranno mai saputo chi era l’assessore al Commercio di Sondrio, ma noi sappiamo che il ruolo che hanno svolto nei Cda non è stato teso alla tutela dei cittadini e dei risparmiatori valtellinesi».
E per il futuro Molteni ha espresso l’auspicio che il capoluogo «non riceva contraccolpi dalle dinamiche nazionali, che mai hanno fatto bene a una città tradizionalmente solida, equilibrata e moderata», ha detto, facendo «i migliori auguri alla mia città e alle persone che la abitano, tutte, nessuno escluso».
Con una sottolineatura finale: «Se vi è paura che Molteni possa ancora tenere le mani sopra le teste che governeranno – ha concluso l’amministratore -, dico con serenità che oltre vent’anni di esperienza amministrativa non possono trovare alibi per continuare sotto mentite spoglie. Ho sempre usato la mia faccia e la mia testa, non sarò dietro a nessuno o tanto meno davanti».
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