Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 13 Agosto 2019
Minaccia “rivale” con una pistola (finta)
Preso e denunciato
Sondrio, inquietante episodio sabato in città. Un uomo di 30 anni ha puntato una “scacciacani” in faccia a un marito a spasso con la moglie.
Non si è trattato di una tentata rapina. Quella messa in atto nella tarda serata di sabato, lungo il sottopasso di via Bonfadini, è stata una vera e propria minaccia, scaturita da una fiammata passionale che si è conclusa con una denuncia e nessun ferito, ma che - però - avrebbe potuto avere ben altre conseguenze. F. A., 30 anni, sondriese, volto noto alle forze dell’ordine, ha estratto una pistola - arma che poi si è appreso essere giocattolo - e l’ha puntata prima al volto e poi allo stomaco di un uomo che era a spasso con la moglie.
Infine si è allontanato precipitosamente, forse perchè si è reso conto che di lì a poco sarebbero giunte le forze dell’ordine. La donna, infatti, atterrita dalla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, ha preso il cellulare e ha chiamato la Questura avvisando delle minacce e soprattutto della pistola. Gli agenti della squadra volante sono giunti poco dopo sul posto e dopo aver raccolto la descrizione del responsabile della minaccia, si sono messi subito sulle sue tracce. E non c’è voluto molto a identificarlo e a rintracciarlo. Era poco distante dal luogo dell’aggressione, ma con sé non aveva più la pistola. E quindi ha negato ogni addebito.
Ben convinti di avere fatto centro, gli agenti si sono rivolti alla centrale operativa della polizia municipale per ottenere i filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune. In poco tempo è stato così possibile ricostruire gli spostamenti del giovane e, dopo un accurato controllo della zona, gli agenti hanno ritrovato, seminascosta tra un muro e un cancello di uno stabile in disuso, la pistola giocattolo in metallo, sprovvista però del tappo rosso di sicurezza sulla canna. A questo punto il giovane sondriese è stato deferito in stato di libertà per i reati di minaccia aggravata e porto ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere.
Poco importa se la vittima non sporgerà denuncia. Il reato è perseguibile d’ufficio, quindi è logico supporre che la vicenda non cadrà nel dimenticatoio.
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