Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 08 Marzo 2021
Milena vive negli altri
«Donati i suoi organi»
Il figlio Matteo: «Mamma aveva espresso questo desiderio». Il malore della giovane donna domenica scorsa, poi la morte al Niguarda
È un grande vuoto, quello che ha lasciato, mamma Milena, in casa Ghilotti, ma il marito Piero, 51 anni, e i figli Matteo e Mario, 23 e 20, una consolazione ce l’hanno, «quella di sapere che un po’ di lei, della nostra mamma - dice Matteo - vive in altre persone, perché lei aveva espresso la volontà di donare i propri organi, e così è stato».
Martedì scorso, alle 9 del mattino, quando Milena Cusini, 44 anni appena, di Grosio, di professione ragioniera, si è spenta nel letto dell’ospedale Niguarda dove si trovava ricoverata, è scattata la procedura di prelievo degli organi e si è compiuta, così, fino in fondo, quella propensione al dono che in Milena è stata marcata per tutta la sua breve, ma intensa, vita.
Aveva all’attivo sessanta donazioni di sangue, Milena, tant’è che gli era stata conferita la medaglia d’oro dalla sezione Avis di Sondalo cui apparteneva, e, al pari, nella vita di tutti i giorni,
Milena, non si è mai risparmiata. In primo luogo in famiglia, dove ha cresciuto i suoi due figli, poi, sul lavoro, infine, nella comunità di appartenenza. Fino a domenica scorsa, 28 febbraio, quando, di rientro dalla messa, poco dopo le 19, è crollata.
«Sarà stata a 40 metri da casa - dice il figlio Matteo -, quando si è sentita male. Era in bicicletta, ma deve essere scesa, perché non aveva segni di cadute quando l’hanno trovata. Ha gridato aiuto e un’infermiera che abita proprio dove si è accasciata, l’ha sentita, è scesa in strada ed ha tentato di rianimarla. Lo stesso hanno fatto i soccorritori giunti sul posto, che l’hanno, poi, trasferita a Sondalo, quindi a Sondrio e, infine, intorno alle 2 di notte, portata al Niguarda. Ma, purtroppo, la mamma non si è più ripresa e martedì è mancata».
Un brutto colpo per questa famiglia e per quella d’origine di Milena, la mamma, il papà e la sorella «anche perché la mamma - dice Matteo - non aveva niente. Aveva fatto le analisi del sangue proprio venti giorni fa, era tutto a posto. Problemi di cuore non ne ha mai accusati, neppure c’è familiarità con problematiche di questo tipo - continua il figlio -. Oltretutto, era meno stressata del solito, perché, da sette mesi aveva cambiato lavoro spostandosi da Tirano, dove ha lavorato per sette anni all’Unidata, dell’Unione Artigiani, alla Besseghini Assicurazioni di Grosio. Era più vicina a casa e non aveva la responsabilità del settore paghe e cassa integrazione che, lo scorso anno, col fattore Covid, l’aveva parecchio coinvolta».
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