Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 21 Agosto 2015
Migranti alla festa di Triangia, «tendiamo la mano a chi ha bisogno»
«Permettete che prima saluti l’Africa: la mia Africa! Firstable welcome... Bienvenue». Un abbraccio a più lingue quello che don Gianni Nobili ieri mattina ha voluto esprimere dal pulpito ai dieci profughi che hanno partecipato alla festa patronale di San Bernardo, su invito della comunità.
La giornata di festa ha salutato la presenza dei dieci giovani. Con un’età che oscilla tra i 20 e i 39 anni, sono stati accompagnati da Loredana Piacentino, antropologa che opera alla fattoria didattica Lunalpina di Castione, dove i migranti sono ospiti dalla scorsa settimana.
Seduti nei primi banchi, in chiesa, hanno seguito la Santa Messa. «In Africa il primo bicchiere d’acqua lo si dà all’ospite – ha rimarcato don Nobili -. Proprio in questo momento, in cui nel mondo c’è un dibattito pazzesco, facciamo festa per quello che ha compiuto San Bernardo, ringraziandolo perché ci ha dato questa grande possibilità. Ora tocca a voi – ha esortato i fedeli -: condividere e sostenere chi non ha pane e speranza. Così dice il Vangelo».
L’invito a tendere la mano e a stare al fianco di chi soffre, «di chi ha fame di vita, di libertà, di fraternità e di dignità». Un messaggio chiaro, intriso di gioia e d’amore, in sintonia con lo spirito missionario: «Ho cercato di condividere la mia vita con tanti fratelli spezzando il Pane della solidarietà, che voi mi avete messo fra le mani, e proponendo quel Vangelo di Gesù che è “Pane di vita” per il nostro cammino». Quel «Pane buono spezzato», sinonimo dell’essere missionario, modo di agire che secondo don Nobili appartiene ad ogni cristiano: «Credetemi, vien voglia di scappare da Paesi in cui non c’è giustizia, in cui non esiste pace. Il problema dell’Africa ha radici storich. Per 200 anni l’Europa si è arricchita con l’Africa. Se noi dovessimo pagare con la giustizia quello che abbiamo preso e prendiamo da lì e dal Sud del mondo, saremmo ancora in debito».
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