Lupo ferito nel Parco dello Stelvio, ancora nessuna traccia

Da domani si intensificheranno le ricerche del lupo braccato nel parco nazionale dello Stelvio con l’arrivo di unità cinofile dei carabinieri forestali di Milano. Il bracconaggio è reato penale, tanto più dentro un’area protetta

Ancora nessuna traccia del lupo ferito probabilmente con un colpo di fucile o con una tagliola ai 1753 metri delle Case di Viso, a Ponte di Legno, nell’area camuna del Parco nazionale dello Stelvio.

Il fatto risale a sabato scorso, dato che il lupo in questione è stato ritratto da un fotografo naturalista a distanza di 150 metri con un arto posteriore amputato e la ferita appariva fresca. L’animale zoppicava, non presentava altri segni di collutazione sul corpo, e non appariva troppo sofferente, nonostante la mutilazione subita, per cui potrebbe anche cavarsela da solo e continuare a vivere camminando su tre gambe, come già capitato ad altri lupi. E in questo caso verrà lasciato in libertà, ma nulla è stato lasciato di intentato da parte dei ricercatori e degli operatori del Parco dello Stelvio per ritrovarlo.

«Ci siamo messi subito sulle sue tracce - assicura Franco Claretti, direttore del Parco -, ma non lo abbiamo trovato. Domani saliranno unità cinofile dei Carabinieri forestali da Milano, con cani da traccia appositamente formati per risalire agli animali feriti, nel tentativo di ritrovare il lupo. Ma mi hanno già avvisato che se viene ritrovato, non può essere che morto, mentre se non viene ritrovato significa che si è messo in salvo da solo e vivrà su tre sole gambe».

Atti di bracconaggio, questi, che costituiscono reato penale in sè, ancor più se effettuati dentro un’area protetta come il Parco nazionale dello Stelvio in cui non ci si può nemmeno aggirare con un fucile, né con tagliole. «La coscienza e la sensibilità ambientale sono molto alte in provincia di Sondrio - assicura Piermario Pollieno, comandante della Polizia provinciale di Sondrio - quanto a rispetto e protezione degli animali selvatici, poi, però, ci sono persone che non la pensano allo stesso modo e pongono in atto azioni criminali che noi dobbiamo perseguire. Nel contesto del Parco non operiamo noi, direttamente, ma i carabinieri forestali che avranno già segnalato sicuramente l’accaduto all’autorità giudiziaria. Si parla di reati penalmente perseguibili».

Intanto il personale del Parco dello Stelvio raccomanda a chi dovesse avvistare l’animale ferito di segnalarne immediatamente la posizione al Parco e di non avvicinarsi. «Se fosse veramente debilitato potrebbe avere la tendenza a scendere di quota ed avvicinarsi ad alimenti come rifiuti o cibo per animali domestici - dicono -, per cui se qualcuno dovesse vederlo, non si avvicini, perché la paura potrebbe indurlo a fuggire sottoponendolo ad un dispendio energetico eccessivo tale da aggravare le sue condizioni».

Bracconaggio nel parco, "E' un reato penale"

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