Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 12 Luglio 2018
Lunedì gli interrogatori dal gip
«Già pronti anche per il Riesame»
Inchiesta Secam, avvocati concordi nel ritenere prive di fondamento le misure cautelari.
Si svolgeranno tutti tra lunedì e martedì della prossima settimana gli interrogatori di garanzia delle nove persone finite agli arresti domiciliari per una serie di reati che vanno dalla turbativa d’asta al peculato, passando anche attraverso la truffa, per l’operazione “Green” di Procura della Repubblica e polizia di Stato su una serie di presunte irregolarità all’interno della Secam, la società di Sondrio che gestisce una serie di servizi ambientali come la raccolta dei rifiuti e la fornitura di acqua. L’attenzione, inevitabilmente, si concentra soprattutto sui tre dipendenti Secam: Daniele Bormolini, Diego Samaden e Amerigo Piasini, assistiti dagli avvocati dello studio legale Romualdi i primi, dall’avocato Enrico Muffatti il terzo.
Davanti al gip Carlo Camnasio gli indagati avranno la possibilità di raccontare la propria versione dei fatti, sempre che abbiano intenzione di farlo e non preferiscano invece adottare altre strategie difensive. Di sicuro, gli avvocati annunciano battaglia. «Questo è il classico caso da Riesame - sbotta Francesco Romualdi, legale di Bormolini e Piasini -, non si capisce proprio come le misure vengano considerate giustificate. Per questo, se non otterremo subito la liberazione, ci rivolgeremo al Tribunale della Libertà».
Sul piede di guerra anche l’avvocato Muffatti, difensore di Piasini: «Io non entro nel merito delle accuse, non in questa fase quantomeno. Mi limito a osservare l’insussitenza di qualsiasi presupposto per l’applicazione di una misura cautelare. Nel caso del mio assistito, la motivazione addotta dalla Procura è il supposto pericolo di reiterazione del reato. Il gip però non è stato informato del fatto che Piasini non lavora più in quell’ufficio da due anni e che non ha più a che fare con le gare d’appalto».
A differenza del collega, Romualdi respinge invece anche le accuse che, nel caso di Bormolini e Piasini, sono relative a presunti favori a imprenditori amici ai quali sarebbero stati affidati dei lavori con delle procedure irregolari o con delle gare truccate. «E le prove quali sarebbero? Il fatto che un funzionario incontri un imprenditore? Che ci vada a cena per parlare di lavoro - si chiede il legale sondriese -? Nel capo di imputazione si parla di peculato per una cena da poco più di 100 euro messa in conto alla Secam. Mi sembra un po’ poco per accusare un dipendente di peculato». .
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