L’ultimo saluto a Claudio Franchetti. «Mettevi l’anima in quello che facevi»

È stato un «animatore» Claudio Franchetti, cioè una persona che «ha messo l’anima» in quello che faceva. Fra le tante belle parole che il parroco di Ponte in Valtellina, don Mariano Margnelli, ha utilizzato per descrivere il presidente della biblioteca “Libero Della Briotta”, motore della cultura a Ponte ma anche in provincia con diversi impegni nelle associazioni, citiamo proprio questa: animatore. Perché Claudio, venuto a mancare improvvisamente sabato scorso a causa di un infarto, era davvero così: uno che non si risparmiava mai, «un organizzatore di eventi, ma anche un lavoratore», che «non si vergognava di sporcarsi le mani – ha detto don Mariano che, a tratti, ha faticato a trattenere la commozione -; l’ho visto anche in tuta per sistemare e pulire prima o dopo una manifestazione». Di fatti proprio con la tuta che indossava quando era nei campi a coltivare le sue mele, sorridente, in mezzo ai frutti, di cui andava orgoglioso, è ritratto nella foto che, ieri, ha campeggiato sulla bara nella chiesa parrocchiale di San Maurizio dove è stato celebrato il funerale. E, sulla bara, una raffinata composizione di bacche rosse e foglie verdi che Claudio, che amava le cose fatte bene e con gusto, avrebbe sicuramente apprezzato.

Don Mariano – affiancato da don Battista Rinaldi, parroco a Ponte quando Franchetti era giovane – ha scelto due letture che parlano di Gesù come pastore e porta attraverso la quale trovare la vera vita. «Il vero pastore è Gesù stesso – ha detto nell’omelia il parroco -, che ci conduce alle acque tranquille, che sa rinfrescare la nostra anima, che ci difende e dà sicurezza. Gesù è il vero pastore che conosce le sue pecore una ad una, le precede e segue, se ne prende cura. E fa tutto questo non per interesse, ma perché mosso dall’amore per loro. Il pastore è animato da amore, è un animatore». Ed è qui che è entrato il gioco il parallelismo con Claudio che è stato «un animatore, che conosceva la sua comunità, il suo paese, le persone. Era attento alle finezze, capace di stringere amicizie e di coltivarle, di unire le persone, anche diverse. Era legato ai suoi cari, al suo lavoro, prima in tipografia Bettini e ora in campagna, al suo paese, alla cultura in tutte le sue espressioni». E lo dimostrano i tanti eventi organizzati negli anni che è davvero difficile elencare tanto sono numerosi, dalla rassegna “Ponte in fiore” in primavera al festival musicale d’autunno “Un Ponte di note”, dalla stagione teatrale dialettale alle ricorrenze e anniversari per ricordare importanti personaggi della storia pontasca e valtellinese.

Norberto Gualteroni, a nome dei Lions club, in cui pure Claudio ha contribuito con il proprio impegno e conoscenze, ha rivolto un pensiero all’amico leggendo la preghiera dei Lions e chiedendo che i soci possano proseguire nel servizio disinteressato nei confronti degli altri e di chi ha bisogno, valore di cui Franchetti era portatore.

Claudio, da giovane, faceva parte del coro parrocchiale che, ieri, con la guida di Fabiana Sondalini, ha messo tutto il suo affetto e amicizia nell’accompagnare con i canti la Messa con un brano che ha stretto il cuore di tutti in un caldo abbraccio di speranza pensando a Claudio e quella «scia di luce (che) lascerai».

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