Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 07 Agosto 2015
Lo sport non dimentica l’amico Marco
Un corteo silenzioso lungo le vie di Chiesa per ricordare il giovane tecnico caduto in elicottero. «È stato toccante vedere a Chiesa tanta gente che ha voluto essere vicina all’equipaggio scomparso»
Sport e solidarietà. E il binomio vincente del “Gir de la Gesa”, edizione numero 13, che, mercoledì sera, a partire dalle 19, ha radunato in via Roma, a Chiesa in Valmalenco, frotte di corridori e di spettatori.
Fra questi, tanti appassionati di sport, turisti e residenti, compresi gli amici della Pt Skyrunning, la società sportiva di corsa in montagna presieduta da Marco Gianatti, scomparso a 35 anni nel tragico incidente in elicottero sulle pendici della Cima di Zocca, in Valmasino, e i suoi famigliari.
«È stato toccante vedere redunate a Chiesa tante persone che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza all’equipaggio perito nell’incidente aereo – afferma Matteo Pircher, di Pircher Sport, realtà organizzatrice dell’evento, insieme alla Sportiva Lanzada, e con la partecipazione di alcuni commercianti di via Roma e della Pro Loco Valmalenco - . C’erano i ragazzi della “Pt Skyrunning”, ma c’erano anche i famigliari di Marco Gianatti, la compagna Sara Gaggi con la piccola Matilda, di un anno appena, i genitori di Sara, Mario Gaggi e Angela Masa, il fratello Andrea, tutti lì, dietro lo striscione, decisi a condividere il loro dolore con tanti amici. E anche capaci di farlo, perchè, credo, non sia da tutti, riuscire a “portare fuori” il proprio dramma. Per noi, dell’organizzazione e, credo, per tutti, è stato un momento molto emozionante».
Soprattutto per il fatto che era stato previsto il passaggio degli amici della “Pt Skyrunning”, in corteo, lungo il percorso, fra la gara femminile e la successiva, «ma, non pensavamo che, poi, il corteo si ingrossasse al punto tale da coinvolgere tutti i presenti – assicura Pircher -. Invece, appena partito, tutti si sono accodati, per cui, vedere passare per Chiesa, 600 persone, nel nome di Marco Gianatti, di Agostino Folini, e di Stefano Olcelli, in totale silenzio, è stato di grande impatto».
Al termine della gara, peraltro, Pircher, ha ricordato che la manifestazione era dedicata «a un amico che non c’è più – ha detto – unitamente ai suoi compagni di lavoro, ma anche, come da tredici anni a questa parte, a tutti gli amici che ci hanno lasciato, cammin facendo, perchè morti di cancro».
Ha anche voluto rimarcare che «l’atletica non può essere pensata come uno sport singolo – ha detto -, perchè non si raggiunge il traguardo da soli, ma con una squadra e un gruppo forte alle spalle».
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