L’ex della Maga di Teglio patteggia altri cinque mesi

Sondrio

Era stato lui a denunciare la sua compagna convivente, portando nella loro abitazione i militari della Guardia di Finanza e facendo partire l’indagine “Operazione Maga Circe”, che ha portato poco più di un anno fa alla condanna in primo grado a due anni di reclusione nei confronti di Paola Fendoni, 59 anni, chiamata la “maga di Teglio”.

Ora l’ex compagno della donna, Duillio Smersi, 61 anni, di Villa di Tirano, ha dovuto rispondere delle accuse di calunnia nei confronti della ex e di false informazioni al Pubblico ministero, e ha patteggiato una condanna a cinque mesi di reclusione, che si aggiunge a quella ad un anno e mezzo già inflitta marzo del 2023 per fatti collegati.

La vicenda relativa alla “maga di Teglio” risale all’estate del 2019, quando la Finanza diede esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo di oltre 700mila euro emessa dal giudice per le indagini preliminari di Sondrio, Pietro Della Pona, nei confronti di Paola Fendoni, che operava quale psicologa, psicoterapeuta ed ipnotista senza i necessari titoli ed era accusata di omessa dichiarazione fiscale ed esercizio abusivo della professione. Accuse che sono costate alla donna, nel dicembre del 2023, una condanna in primo grado a due anni di reclusione, oltre alla confisca di quanto a suo tempo sequestrato dalla Gdf.

L’indagine partì, lo si scoprì solo dopo, su input proprio di Smersi, che indirizzò le Fiamme gialle sull’attività della ex compagna. Ma non solo: la accusò anche di avergli rubato una consistente somma, 35mila euro. Nella denuncia che formalizzò a novembre del 2018, quindi circa otto mesi prima dell’operazione della Guardia di finanza, l’uomo accusò di furto la sua già ex, affermò che lei gli aveva sottratto due assegni del valore di 15mila euro uno, 20mila l’altro. Ma le indagini dimostrarono che Paola Fendoni, che si è costituita parte civile nel processo contro il suo ex fidanzato, non aveva rubato gli assegni, ma era stato lui, nel corso della loro convivenza, a consegnarglieli. Da qui l’accusa di calunnia, a cui si è aggiunta anche quella di false dichiarazioni davanti al Pubblico ministero perché quelle stesse false accuse le riferì anche al Pm che a novembre del 2019 si stava occupando del caso della “maga di Teglio”, dicendo che la donna gli aveva sottratto gli assegni e che non era stato lui a compilarli con gli importi di 15 e 20mila euro.

Nei giorni scorsi Duillio Smersi è quindi comparso davanti al giudice Carlo Camnasio, e ha chiesto e ottenuto di patteggiare una pena a cinque mesi di reclusione, in continuazione con quella di un anno e sei mesi irrogata con sentenza del Tribunale di Sondrio il 6 marzo del 2023 e parzialmente riformata dalla Corte di Appello di Milano il primo luglio del 2024. Il giudice ha confermato i doppi benefici di legge e condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali sostenute dalla costituita parte civile.

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