Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 05 Novembre 2016
Legambiente premia le scuole della Valle
Edifici e servizi passano l’esame
Gli istituti di ogni ordine e grado della provincia sono quattordicesimi a livello nazionale e terzi in Lombardia.
Godono di una salute più che buona le scuole della città di Sondrio, nei primi quindici posti - quattordicesime - a livello nazionale, terze a livello regionale, precedute da Bergamo e Brescia. Fanalino di coda, in Lombardia, Como solo al sessantasettesimo posto.
Questa è la fotografia scattata da “Ecosistema Scuola 2016”, il rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado - edifici di competenza del Comune - di 94 capoluoghi di provincia, che ha visto primeggiare Piacenza, tallonata da Parma e, terza classificata, Trento.
La classifica altro non è che il risultato finale della somma di diversi parametri quali l’anagrafica degli edifici, le certificazioni, la sicurezza e gli interventi di manutenzione. Oggetto di indagine anche i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e l’avvio di pratiche ecocompatibili, così come le situazioni di rischio. Ambiti, questi, in cui le scuole cittadine si difendono egregiamente, se si considera che per quanto riguarda le buone pratiche Sondrio si piazza al posto numero 21, mentre nella graduatoria di rischio al numero 57, il che significa che sono minimamente soggette (pari a - 0,5 il coefficiente riportato in classifica) a rischi ambientali interni ed esterni, oltre che di elettromagnetismo.
A fronte di dati positivi, però, «la nostra regione ha un patrimonio scolastico tra i più vecchi in Italia - la sottolineatura di Luca Petitto, responsabile scuole di Legambiente Lombardia -; circa l’80% degli istituti è stato costruito prima del 1974, solo il 3% negli ultimi 25 anni e sono molti gli edifici che necessitano ogni anno di manutenzione urgente e sono privi di certificazioni importanti, come quella di idoneità statica e di agibilità».
A tal proposito l’invito a migliorare, considerando «il dossier di Legambiente strumento di lavoro, che mostra anche esempi virtuosi che possono aiutare i comuni lombardi e il governo regionale a pianificare una progettazione degli interventi in modo intelligente. La sicurezza e la salute di studenti, insegnanti e lavoratori del mondo della scuola non vanno messe in secondo piano». Nonostante la vetustà degli edifici, ad oggi sono state eseguite indagini diagnostiche soltanto dei solai sul 21% degli edifici (rispetto al 15% della media nazionale) e malgrado la Lombardia rientri in area a rischio sismico medio, solo nel 9% degli edifici sono state eseguite le verifiche di vulnerabilità sismica. A fronte di ciò però la nostra regione è una di quelle che ha stanziato più fondi per la messa in sicurezza e manutenzione, con una media per ciascun edificio 121.346 euro per la manutenzione straordinaria, una somma almeno tre volte superiore alla media nazionale.
Altro ambito su cui occorre investire di più quello delle fonti di energia rinnovabili, utilizzato solo dal 6% degli edifici in Lombardia, prevalentemente solare fotovoltaico (73%), con una piccola percentuale che proviene da impianti geotermici o pompe di calore (5%). La produzione di energia da rinnovabili copre ben il 64% dei consumi degli edifici in cui sono presenti gli impianti (49% il dato nazionale) e a Bergamo, Brescia e Sondrio le scuole hanno prevalentemente impianti utili per la produzione di acqua calda.
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