Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 23 Ottobre 2019
“Le radici di un’identità”, progetti e scoperte in una semplice brochure
Comunità montana di Sondrio, il libretto sarà distribuito in tutti i municipi, nelle biblioteche, alle associazioni locali.
Dalla teoria alla pratica con una brochure, in cui si riassumono i progetti, ma anche le scoperte venute a galla, che fanno parte de “Le radici di una identità - Temi, strumenti e itinerari per la (ri)scoperta del mandamento di Sondrio tra Preistoria e Medioevo”, progetto partito nell’autunno del 2018, coinvolgendo 19 Comuni, sotto la guida della Comunità montana di Sondrio. Un progetto da 2.113.966 euro finanziato sul bando dei beni emblematici da Fondazione Cariplo (700mila euro) e dalla Regione (600mila), che gode anche del sostegno di Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, dell’ente comprensoriale stesso e con la compartecipazione economica delle amministrazioni.
Fresca di stampa, la brochure sarà distribuita in tutti i municipi, nelle biblioteche, alle associazioni, «così che più gente possibile conosca come sta procedendo questo progetto, che dalla teoria è passato alla pratica - ha sottolineato ieri nella sede della Cm la coordinatrice scientifica Rita Pezzola -. È una brochure semplice e leggera: sono 16 pagine, in cui ci sono le riflessioni che ogni Comune ha fatto, declinando la propria azione in concreto, cioè una serie di opere, con novità sulle quali vogliamo puntare maggiormente l’attenzione». Tanto per citarne una: «Stiamo scoprendo delle cose inedite ad esempio sulla miniera del Vitalengo - in Val Madre e nella vicina Val Cervia - a Fusine: era una miniera sconosciuta, a 2.300 metri di quota e questa estate è stata riscoperta dai borsisiti dell’università di Torino». Quattro sono gli atenei che collaborano a questo progetto di ricerca applicata del territorio, che ha tra le finalità quella di promuovere e valorizzare un intero comprensorio, andando a riscoprire tutto ciò che ci appartiene, in un’ottica turistica ed economica: oltre all’università di Torino, quella di Bergamo, l’AlmaMater Studiorium di Bologna e il Politecnico di Milano. Coinvolte anche una quarantina di associazioni.
«Tutto è stato reso possibile grazie a questa rete di conoscenze - ha posto l’accento il presidente della Cm Tiziano Maffezzini -, che noi cerchiamo di far diventare conoscenza comune. Perché solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza di ciò che ci circonda è possibile ritrovare un legame con i territorio e assumere un ruolo di responsabilità nei confronti del paesaggio: per conservarlo e, allo stesso tempo per continuare a viverlo in modo rispettoso». «Questo primo anno - ha proseguito Pezzola - è stato occasione di chiarezza e comprensione, utile a creare relazioni costruttive, dentro e fuori il territorio per avere con maggiore lucidità chiaro cosa e come vogliamo raggiungere. Il metodo è una parte fondamentale di questo progetto e la brochure è la presentazione di questo mandamento che è come un grande laboratorio a cielo aperto».
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