Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 22 Novembre 2015
Le minoranze avvertono: «Sondrio, rischi il declino»
Per questo il capoluogo deve cambiare marcia, «costruire un’identità più variegata» e aprire nuove prospettive legate al territorio che la circonda, ma anche agli spazi urbani da recuperare e far diventare «palestre di innovazione»
Fra effetti della crisi e cambiamenti di enti pubblici e settore bancario, Sondrio rischia di diventare «una città che va indietro e lascia indietro le persone».
Per questo il capoluogo deve cambiare marcia, «costruire un’identità più variegata» e aprire nuove prospettive legate al territorio che la circonda, ma anche agli spazi urbani da recuperare e far diventare «palestre di innovazione». Ne sono convinti i consiglieri comunali di Rilanciamo Sondrio, Forza Italia, Sondrio liberale, Lega, Sondrio anch’io e Popolari retici che venerdì sera in sala Besta hanno ragionato su attualità e prospettive nella tavola rotonda “L’economia a Sondrio: quale futuro?”, coordinata dal giornalista Riccardo Baldazzi e seguita da un pubblico numeroso, nella sala Besta della Banca Popolare di Sondrio.
Punto di partenza della riflessione è stato il quadro delineato dai dati su imprese e pubblica amministrazione, che nel confronto 2010 – 2015 evidenziano i cambiamenti creati dalla crisi economica. Ma dietro l’angolo ci sono altri passaggi che potranno pesare sulla città, hanno sottolineato i consiglieri: con le riforme degli enti pubblici per il capoluogo si prospetta «forse non una tempesta, perché la Regione con le deleghe alla Provincia ci ha dato un ombrello per ripararci, ma sicuramente un forte temporale». Insieme al blocco del turnover che continuerà a ridurre il numero di addetti nel pubblico impiego, l’addio della Banca d’Italia, il taglio della Prefettura «tutt’altro che scongiurato» e il rischio di riduzioni sui comandi delle forze dell’ordine «in caso di accorpamenti non potranno che avere ripercussioni sulla città», ha sottolineato Rebai.
E parecchie preoccupazioni crea anche la riforma delle banche popolari: «Le due banche locali potrebbero diventare oggetto del desiderio di gruppi più grandi , ma con un’acquisizione le esigenze del nostro territorio non sarebbero più prioritarie, e si avrebbe una riduzione degli occupati». Per questo, di fronte a queste trasformazioni, la città deve costruirsi delle alternative.
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