Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 04 Maggio 2021
Le indagini sul caso Mingarelli
Del Zoppo sarà sentito di nuovo
Il gialloIl titolare del rifugio Barchi convocato in caserma dai carabinieri
«Vengono seguite le indicazioni nell’ordinanza del gip» dice il procuratore
Ennesima convocazione dai carabinieri, in caserma a Sondrio, per Giorgio Del Zoppo, 51 anni di Chiesa in Valmalenco, quale persona informata dei fatti. Quali fatti è, ormai, più che noto: sono quelli relativi alla scomparsa e, poi alla morte, di Mattia Mingarelli, 30 anni di Albavilla, in provincia di Como, che, Del Zoppo sarebbe stato l’ultimo a vedere in vita intorno alle 19.30 del 7 dicembre 2018.
Dopo quella sera, infatti, di Mingarelli si persero le tracce, fino al suo ritrovamento, ormai cadavere, il 24 dicembre successivo, in un boschetto appartato ai Barchi di Chiesa. Poco sotto la baita affittata dalla famiglia di Mingarelli e, al pari, dei rifugi della zona, il “Barchi” di Giorgio Del Zoppo, e il “La Gusa” di Graziella Polattini.
«Ho ricevuto la convocazione da parte dei carabinieri per venerdì prossimo in caserma a Sondrio»,conferma Del Zoppo che, d’altra parte, dal fatidico dicembre di tre anni fa è sulla graticola, e più volte è stato sentito dagli inquirenti, sebbene, mai come indagato.
Rivoltato come un calzino, sia lui, sia la sua attività, ai Barchi, rimasta chiusa per tutta la stagione invernale 2018-2019, è sempre uscito “pulito” da ogni verifica, anche quelle più minuziose condotte dalle sezioni Scientifiche dei Ris di Parma e dei Carabinieri di Milano.
E, neppure dall’esame dei computer e dei telefoni di cui è titolare, è emerso alcun elemento a suo carico, sebbene, tutti questi devices, siano ancora sotto sequestro.
«Si tratta di attività d’indagine condotte nel solco di quanto indicato dal gip nella sua ultima ordinanza», si limita a confermare Elvira Antonelli, procuratore facente funzioni, a Sondrio, che, con Chiara Costagliola, titolare del fascicolo, segue attentamente ogni approfondimento conseguente al provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, Pietro Della Pona, il 28 gennaio, ha riaperto il caso Mingarelli, accogliendo l’istanza di opposizione all’archiviazione formulata dai famigliari della vittima, la mamma Monica, il papà Luca, e le sorelle Elisa e Chiara, più che mai decisi a risalire alle cause della scomparsa e della morte del loro congiunto.
L’udienza relativa si era svolta il giorno prima, il 27 gennaio, e da allora, alla Procura sono stati concessi sei mesi di tempo (che si chiudono il 28 luglio ) per effettuare ulteriori accertamenti tesi a risalire alle cause della scomparsa e della morte di Mingarelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA