Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 31 Gennaio 2019
Le aree protette sotto la guida del Parco Orobie
Nella fase operativa il riordino di tutto il settore. Resta provinciale il perimetro di questi ambiti territoriali. «Nessuna volontà di prevaricare, va applicata la legge».
Con il Parco delle Orobie come capofila, parte la rivoluzione delle riserve naturali della provincia. È entrata nella fase operativa, infatti, la legge regionale che riorganizza le aree protette della Lombardia, creando una serie di ambiti territoriali che fanno capo ciascuno a un parco, per la governance delle varie zone di tutela: nel caso di Valtellina e Valchiavenna l’ambito coincide con i confini provinciali e vedrà riserve e monumenti naturali aggregati intorno al Parco delle Orobie, «in attesa della legge regionale che istituirà le nuove realtà».
L’hanno spiegato ieri il presidente del Parco delle Orobie Walter Raschetti, il direttore dell’area protetta Claudio La Ragione e il consigliere provinciale Franco Angelini, illustrando le novità arrivate da Milano nelle scorse settimane e il percorso previsto per i prossimi mesi. Un passo «importante e impegnativo», ha sottolineato Raschetti, che nasce dalle decisioni della Regione inserite nella norma del 2016 e nel successivo iter di attuazione.
«La legge prevede la creazione di macro-aree, ognuna con un parco – ha spiegato il presidente – e inizialmente c’era il timore che il nostro ente fosse aggregato al Parco delle Orobie Bergamasche, una soluzione che avrebbe provocato disagi al territorio, per quanto sia sensata dal punto di vista naturalistico. A dicembre, invece, la Regione ha definito il perimetro di questi ambiti territoriali ecosistemici e il nostro corrisponde ai confini provinciali, restando autonomo».
Monumenti e riserve naturali di Valtellina e Valchiavenna verranno dunque «aggregati» per la governance al Parco delle Orobie, in varie fasi. «Entro quattro mesi andranno stilate convenzioni con tutte le realtà interessate - hanno spiegato Raschetti e La Ragione -. La norma prevede che la governance passi in capo al Parco, poi cercheremo di dare la maggiore autonomia possibile nella gestione, svolgendo un ruolo di controllo».
L’impostazione è chiara, hanno assicurato presidente e direttore: «Non c’è nessuna volontà di prevaricare - hanno sottolineato -, bisogna applicare una norma regionale e aiuteremo tutte le aree a lavorare al meglio». Una volta pronte le convenzioni, bisognerà mettere a punto una proposta complessiva per il futuro parco provinciale, che verrà quindi sottoposta alla Regione in vista del provvedimento definitivo sulla riorganizzazione. Il tutto dovrebbe concretizzarsi «verso la metà del prossimo anno», hanno ipotizzato i rappresentanti del Parco delle Orobie, rimarcando anche le sfide che l’ente dovrà affrontare.
«Sul personale siamo già “tirati” oggi - hanno sottolineato il presidente e il consigliere Nello Oberti -, insieme a Provincia e Regione dovremo trovare il modo di mettere a disposizione maggiori risorse per far fronte ai nuovi compiti». C’è molto lavoro da fare, insomma, ma il punto di partenza è positivo, ha rimarcato il consigliere provinciale Franco Angelini: «C’era il rischio di veder smembrare le aree protette, invece con i confini corrispondenti al territorio provinciale anche questo campo si inserisce nel percorso verso una maggiore autonomia – ha detto -. Ora non dobbiamo fermarci, perché l’impegno è grande, ci muoveremo con la Regione per trovare più risorse e invitiamo tutte le aree protette a collaborare al meglio».
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