Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 21 Giugno 2017
L’arciprete lascia Sondrio
Annuncio del vescovo
Monsignor Cantoni ha dato la notizia lunedì al termine della Messa
«Un avvicendamento che risponde alle nuove urgenze pastorali emergenti»
Nei prossimi mesi cambieranno i preti diocesani impegnati nella Comunità pastorale cittadina. Ad annunciarlo, al termine della Messa presieduta lunedì sera in collegiata per la solennità dei santi patroni Gervasio e Protasio, è stato il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni. L’attuale arciprete, monsignor Marco Zubiani, lascerà il suo incarico e con lui anche don Roberto Secchi - già indicato ad aprile come assistente diocesano di Azione Cattolica -, don Michele Parolini, giunto in città nel 2013, e don Francesco Vanotti, dopo meno di un anno. Rimarranno invece, quali collaboratori, don Ferruccio Citterio e monsignor Valerio Modenesi.
«Nella festa dei vostri patroni, questo mio intervento assume una giusta rilevanza», ha affermato il vescovo, spiegando di essere giunto alla decisione «dopo matura riflessione, intensa preghiera, dialogo sincero e costruttivo con varie persone». Secondo monsignor Cantoni, diverse ragioni pastorali giustificano per la Comunità cittadina, «la più impegnativa della nostra diocesi - ha aggiunto -, un avvicendamento dei sacerdoti. Lo richiedono anche le nuove urgenze pastorali emergenti in diocesi».
Il vescovo ha spiegato che i quattro sacerdoti che lasceranno la città, alla sua richiesta di un passaggio ad altro ministero, «hanno dimostrato di amare la Chiesa più di loro stessi e di essere così tanto liberi da sentirsi preti ovunque siano inviati, senza difendere se stessi e anteporre i propri desideri al bene della Comunità: un modello anche per altri preti, a cui potrebbe essere richiesto un avvicendamento».
Quindi, monsignor Cantoni ha ringraziato i preti per la loro disponibilità, ma anche per il ministero svolto in città. «Certo - ha detto -, ciascuno con la propria personalità e con le specifiche predisposizioni, ma tutti in spirito di collaborazione e di fiducia reciproca per l’edificazione del popolo di Dio».
Non è mancata una parola di riguardo per monsignor Zubiani. «Ricordate - ha domandato il vescovo - la prima volta che come vescovo celebrai in questa collegiata l’Eucaristia? Era il sabato 3 dicembre dello scorso anno, da pochi giorni in diocesi di Como. Don Marco, nel suo discorso introduttivo, disse più o meno queste parole: “Ci conosciamo da tanti anni, abbiamo condiviso tante esperienze di fede e di amicizia; ora ti accogliamo come vescovo e siamo pronti a offrirti la nostra obbedienza”. E io, con molta ilarità, ma immediatamente, risposi con una semplice espressione: “Vedremo!”, provocando una risata generale! Ora devo attestare pubblicamente che non solo è giunto questo momento, ma anche che don Marco ha mantenuto ciò che aveva promesso: non si trattava esclusivamente di un discorso formale, di pura circostanza».
Dalle parole del vescovo è giunto un chiaro invito alla Comunità ad esprimere gratitudine ai quattro preti che saranno destinati ad altro incarico. Citando il libro biblico del Qoelet («C’è un tempo per ogni cosa»), monsignor Cantoni ha chiesto di non «anticipare pronostici sul futuro nuovo parroco, anzi sulla nuova “equipe pastorale”. Ogni cambio - ha aggiunto - suppone un distacco, con un po’ di rincrescimento: esso fa parte della vita ordinaria per ogni persona e per ogni comunità, ma anche dispone ad un rinnovamento pastorale».
Come avverrà questo? Con «un tentativo di gestione collegiale, che coinvolga responsabilmente insieme, nello stesso tempo, sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi, laici e laiche, sposati e celibi, associazioni, movimenti e gruppi, come è per ogni Chiesa che voglia dirsi di stile “sinodale” - ha affermato il vescovo -. Vorrei aiutarvi perciò a fare della vostra Comunità, ancora di più, una Chiesa che alimenti l’incontro con gli altri attraverso buone relazioni interpersonali, promuova l’impegno nel mondo e susciti una grande passione per l’evangelizzazione secondo lo spirito di papa Francesco. A tutti noi l’impegno di costruire una Chiesa così, a servizio degli abitanti di questa nostra terra».
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