Lanzada, lo sfogo del gestore del rifugio Marco e Rosa: «Tra gli alpinisti di oggi troppi maleducati»

Lanzada

Bianco Lenatti, storico gerente il rifugio Marco e Rosa ai 3609 metri della forcola di Cresta Guzza, sul Bernina, ha un diavolo per capello.

Ce l’ha con gli alpinisti di oggi fra i quali, assicura «ci sono frotte di maleducati».

«Mi spiace dirlo e non vale certamente per tutti, è fuori di dubbio - dice -, però il fenomeno è diffuso considerato come ho trovato, nell’ultima stagione invernale, il vecchio rifugio del 1913 che adibisco a ricovero in quota per l’inverno. Per legge, noi rifugisti, siamo tenuti a garantire uno spazio attrezzato dove gli alpinisti di passaggio possano trovare riparo e cibo a sufficienza per bivaccare quando il rifugio vero e proprio è chiuso. E questo spazio lo abbiamo allestito nel vecchio caseggiato, solo che sono quattro volte che salgo per liberarlo dalla neve che vi è entrata».

E non dal tetto, ma dalla porta d’ingresso, sferzata all’interno dalle bufere che sono solite imperversare in quota.

«Mi chiedo se questi alpinisti, appassionati di montagna, non abbiano una casa e non siano soliti chiudersi la porta alle spalle quando escono - dice Lenatti -. Perché non si capisce come mai non riescano a chiudere la porta del rifugio che mi si è riempito di neve quattro volte quest’inverno. E io su a spalare, portato dall’elicottero perché non c’è altra possibilità, con costi elevatissimi ogni volta. Chi mi ripaga? Non dico poi la difficoltà nel far asciugare i materassi e i piumoni inzuppati d’acqua...».

Tra l’altro, Bianco Lenatti osserva anche che tutto il cibo da lui portato al rifugio per ogni evenienza, è sparito. «Razziato - assicura -, non è rimasto più niente, con anche il pane buttato nella spazzatura. Ma scherziamo? L’alpinismo non è questo. L’alpinismo ha un codice, un’etica del vivere la montagna e i rifugi e bivacchi in cui si trova ricovero devono essere rispettati e lasciati in ordine per chi viene dopo. Invece il risultato è questo e, poi, va anche a finire che arrivano le recensioni negative per come si gestiscono le strutture. E noi dobbiamo pure incassare...».

Bianco Lenatti ha avvisato anche il Cai Valtellina di Sondrio, proprietario della Marco e Rosa, dello stato in cui ha ripetutamente trovato il vecchio rifugio «perché è doveroso che siano al corrente di quello che succede - chiosa - e vorrei che venisse fatto anche un piccolo articolo, perché non è giusto che le strutture di alta montagna siano trattate in questo modo».

In questi giorni, Lenatti, nonostante un tempo non certo clemente a quelle quote, è alla Marco e Rosa per garantire un appoggio anche agli sci alpinisti che effettuano il gran tour del Bernina che, nelle belle giornate, è una meraviglia gettonatissima dagli appassionati, soprattutto stranieri, che arrivano dalla Svizzera.

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