«L’Anpi contro l’invasione di Putin
Ma critichiamo l’invio delle armi»

Il caso Dopo la lettera del presidente provinciale Melè un documento di molti iscritti

«L’Anpi di Sondrio è contro l’invasione di Putin in Ucraina, esattamente come l’Anpi nazionale. Se diversità di analisi e di valutazione esistono, esse riguardano non il giudizio sull’invasione russa, ma quello sulle scelte da prendere nei confronti della resistenza ucraina, la cui legittimità politica nessuno ha mai messo in discussione».

«La condanna è stata netta»

Ci sono, tra le altre, le firme di Fabio Panighetti, del comitato provinciale e presidente della sezione di Tirano, di Cinzia La Fata, Augusta Pizzocri e di Michela Turcatti del comitato provinciale, di Renata Argirò, Monica Valli, Ettore Armanasco iscritti alle sezione di Tirano, di Carlo Ruina, Franco Gianasso, Piercarlo Stefanelli e Paolo Pedranzini della sezione di Sondrio, sotto il documento che alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile e dopo la lettera inviata dal presidente provinciale Egidio Melè agli iscritti vuole chiarire la posizione non solo dell’Anpi nazionale e del suo presidente Gianfranco Pagliarulo, ma anche di parte dei componenti valtellinesi non perfettamente allineati con quanto espresso da Melè.

«Fin dal giorno dell’invasione russa gli organismi dirigenti nazionali della nostra associazione – scrivono - si sono espressi chiaramente e con fermezza contro l’aggressione e la gravissima violazione della sovranità nazionale dello stato aggredito e della rottura della legalità internazionale che ne è conseguita. La condanna è stata netta e ha caratterizzato tutti i pronunciamenti dell’Anpi. Questa posizione, ribadita nel recente congresso di Riccione, compare in termini inequivoci nel documento finale che ha ricevuto il consenso quasi unanime dei congressisti».

A divergere è però la lettura delle scelte da prendere nei confronti della resistenza ucraina. «Quello che viene contestato all’Anpi nazionale, senza peraltro esplicitare quella che avrebbe dovuto essere la linea da seguire - sostengono i firmatari del documento -, è la scelta di schierarsi, in coerenza con l’articolo 11 della Costituzione, contro la guerra e per la pace. Un passaggio delle conclusioni congressuali di Pagliarulo riassume in termini chiari la posizione dell’associazione: “Facciamo convivere la nettezza della nostra condanna assoluta dell’invasione, la scelta di criticare l’invio delle armi e successivamente l’aumento del budget bellico con la riflessione sullo scenario e sulle origini del dramma che si sta consumando in Ucraina”».

«Situazione incancrenita»

Secondo i firmatari l’evoluzione degli eventi dopo il congresso non ha fatto che confermare quanto costituiva già allora motivo di forte preoccupazione: «L’invio massiccio di armi – sostengono - ha allontanato la prospettiva di una soluzione diplomatica del conflitto che sembrava ad un certo punto più vicina. La situazione si è andata progressivamente incancrenendo con la prospettiva che il conflitto duri a lungo e si ampli fino all’uso dell’arma nucleare. Il bilancio della guerra in termini di vite umane sacrificate, sofferenze della popolazione civile, gravissimi danni ambientali e crisi socioeconomica diffusa è già pesantissimo. Dove si vuole arrivare alimentando l’escalation in corso?».

E ,sottolineano, l’impegno per fermare questa escalation sarà uno dei punti al centro della Festa del 25 aprile, oltre alla difesa della memoria della Resistenza, il contrasto al neofascismo, lo sviluppo della democrazia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA