Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 22 Gennaio 2025
L’allevatore di Tresivio: «Il Comune
vuole sfrattare le mie capre»
Dovrà rinunciare alle sue nove capre, o almeno a cinque di esse, perché si trovano in un terreno con destinazione residenziale, dove non è possibile collocare un’unità zootecnica. Ma Nicolò Genna, siciliano trapiantato a Tresivio ormai da molti anni, non ci sta, teme di non poter trovare una nuova casa per i suoi adorati animali e doverli abbattere se il Comune non desisterà dal suo intento
Dovrà rinunciare alle sue nove capre, o almeno a cinque di esse, perché si trovano in un terreno con destinazione residenziale, dove non è possibile collocare un’unità zootecnica. Ma Nicolò Genna, siciliano trapiantato a Tresivio ormai da molti anni, non ci sta, teme di non poter trovare una nuova casa per i suoi adorati animali e doverli abbattere se il Comune non desisterà dal suo intento di “sfrattare” le capre dal terreno accanto alla sua abitazione in via Rodola. Ci porta a vedere il grande spazio che ha in affitto, nel quale si trovano un pollaio con galline e anche alcune oche e, sopra, in una zona recintata, le nove capre, di razza orobica, frisa e saanen, quattro esemplari adulti e cinque cuccioli .
«Sono animali di compagnia, quasi una famiglia per me, e in molti portano qui i bambini per vederli e dar loro da mangiare - racconta Genna, che ci mostra il documento inviato lo scorso mese di novembre dal Comune di Tresivio, Area Edilizia, Urbanistica e dei Servizi generali di natura tecnica -. Non capisco proprio che fastidio possano dare, quasi tutti i vicini sono contenti della presenza delle mie capre, tengono puliti i prati e non danno problemi. Solo una persona che abita qui in zona si è lamentata in passato, io mi sono sempre offerto di pagare eventuali danni provocati. Ma il risultato è un ordine dell’Amministrazione comunale, che mi intima di trasferire le nove capre». Il problema riguarda la zona T1 (tessuto urbano saturo, con destinazione residenziale) in cui si trovano gli animali, una zona in cui non è possibile collocare un’unità zootecnica. «Ma il mio non è un allevamento, come affermano in Comune - prosegue Genna -. Si tratta di poche capre, alcune delle quali nate qui dagli esemplari adulti, che io tengo “per bellezza”, perché mi fanno compagnia e piacciono ai bambini. Non si tratta di un’attività». L’uomo, che per lavoro guida l’autobus scolastico, si è rivolto ad un avvocato, ma non c’è stato molto da fare: un gregge di nove capre in quel terreno non ci può stare. E dal Comune hanno proposto, proprio tramite il legale, una soluzione: potrà tenere quattro delle nove capre, questo il limite in termini numerici per permettere che gli animali restino nell’area nonostante la destinazione residenziale. «Io ho rifiutato questa proposta - conclude Nicolò Genna -, spero ancora che si possa trovare una soluzione, perché questa non lo è affatto. Cosa dovrei fare con le altre cinque capre? Le dovrei per forza abbattere perché non saprei dove collocarle. E come potrei scegliere? Dovrei far decidere ai cittadini di Tresivio quali capre potranno sopravvivere e quali no?». Dal Comune, intanto, fanno sapere che non ci sono altre possibili soluzioni all’orizzonte: «Non si tratta di decisioni a nostra discrezionalità - affermano dall’ufficio competente - ma del rispetto di regolamenti e normative».
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