Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 17 Gennaio 2019
Ladri in casa, telecamere in paese
Chiuro, ieri in Prefettura il summit per discutere dell’ultima ondata di furti. Al tavolo anche il sindaco Maffezzini. La soluzione: «Installeremo un sistema di videosorveglianza, ma i cittadini devono imparare a proteggersi di più».
Da un lato la preoccupazione del sindaco di riuscire a garantire la sicurezza ai suoi concittadini - spesso anziani che vivono in case isolate - e dall’altro quella delle forze dell’ordine, che faticano a tenere a bada il fenomeno dei furti in appartamento, alimentato in Valle anche dalle scarse difese che la comunità adotta per proteggersi.
Opposti che mal si conciliano, ma che sembrano aver trovato una mediazione nell’incontro di ieri del comitato per la sicurezza pubblica a cui ha partecipato anche il sindaco di Chiuro, comune colpito nella frazione di Castionetto nell’ondata di furti che non ha precedenti. Nella notte tra venerdì e sabato, una banda di 4-5 ladri professionisti è entrata e uscita dalle case dimostrando di essere davvero del mestiere. I danni sono superiori al bottino racimolato che solo in un caso ha raggiunto i 1.500 euro, mentre negli altri si è dovuto accontentare di spiccioli o poco più.
Il sindaco Tiziano Maffezzini, ha annunciato che la frazione sarà dotata di un sistema di videosorveglianza nella speranza che le telecamere fungano da deterrente. Ma non è l’unica soluzione proposta durante l’incontro di ieri convocato dal prefetto Giuseppe Mario Scalia, che si è subito immedesimato nei panni della popolazione colpita.Nei paesi spesso vivono persone anziane e sole e la sicurezza percepita in questi casi crolla sino a rasentare la paura, quando non addirittura il terrore di essere alla mercé dei malviventi.
In realtà le cose non stanno così. Le forze dell’ordine hanno il controllo del territorio «e quanto è accaduto nei giorni scorsi - si legge nella nota diffusa dalla Prefettura - va considerato un evento di natura eccezionale ed estemporaneo». «I carabinieri hanno già avviato interventi mirati alla intensificazione dei servizi di controllo e di vigilanza soprattutto in orario notturno della zona e nelle aree limitrofe. Contestualmente sono in corso attività investigative per assicurare l’identificazione degli autori dei reati».
In Valchiavenna i nomi dei presunti responsabili degli ultimi furti ai danni dei parroci già ci sono, in Valtellina si sta lavorando. Certo è che anche la popolazione potrebbe essere più attiva in questo senso: non solo segnalando la presenza di auto o persone mai viste prima in zona, ma anche dotandosi di un minimo di protezioni: porte blindate ad esempio, o serrature un po’ meno semplici da aprire.
Altro aspetto che non aiuta di certo gli investigatori - ma questo non dipende dalle vittime, nè dagli inquirenti - è il tipo di trattamento giuridico che viene riservato a chi ruba. Non servono telecamere, ma leggi più severe che non permettano a chi viene colto in flagrante di lasciare il carcere poche ore dopo la convalida.
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