L’addio a Fernando Adreassi,
primo primario di Urologia a Sondrio

Vasto cordoglio ha suscitato a Sondrio la notizia della scomparsa di Fernando Andreassi, 94 anni (avrebbe compiuto i 95 il 20 novembre prossimo), originario di San Demetrio Ne’ Vestini, provincia de L’Aquila, ma trapiantato a Sondrio dal 1961, dove si è svolta tutta la sua brillante carriera di urologo. Andreassi è stato, infatti, il primo primario dell’Urologia di Sondrio, filiata dalla Chirurgia generale dove Andreassi ha svolto dal suo arrivo a Sondrio, cioè dal 1961, le funzioni di aiuto di Giuseppe Foianini, valente chirurgo di Grosio, primario della Chirurgia sondriese e professore di patologia speciale chirurgica e urologia all’università di Cagliari.

Andreassi e Foianini erano diventati amici all’università di Roma, dove avevano studiato insieme, poi, insieme, erano stati mandati a Cagliari ad esercitare ed a insegnare alla locale Università, quindi, l’approdo a Sondrio. Foianini era dovuto rientrare in valle anche in supporto ai genitori anziani, in quanto era figlio unico, ed aveva optato per il primariato all’ospedale di Sondrio curando di portarsi appresso Fernando Andreassi.

Un valido aiuto che, pochi anni dopo, all’epoca della presidenza dell’ospedale da parte del compianto onorevole Primo Buzzetti, avrebbe fondato l’Urologia di Sondrio con annessa Dialisi. Lì, in Urologia, Andreassi ha lavorato per tutta la vita, fino alla pensione, intervenuta alla fine di dicembre del 2000, a 70 anni, distinguendosi anche a livello internazionale per uno screening di massa del Psa per la ricerca del tumore alla prostata condotto nel 1979 su tutta la popolazione maschile della provincia di Sondrio, afferente all’Ussl numero 22, al di sopra dei 50 anni. E molti erano stati i casi di tumore individuati, alcuni anche allo stadio iniziale. Uno screening di massa come, allora, ancora non se ne facevano i cui risultati erano stati pubblicati e resi noti nella comunità scientifica di tutto il mondo.

Ed è sempre in ospedale, a Sondrio, durante la degenza della nonna di Piera Pelizzatti, medico sondriese molto nota anche per il suo impegno sul “Progetto Salute Solomon”, che Andreassi ha conosciuto, nel 1966, questa donna tutta d’un pezzo, ma di infinita dolcezza, sondriese doc, che è divenuta sua moglie nel marzo dell’anno successivo. Dopodiché sono nati i figli Aida e Luigi, e i cinque nipoti, Guido, Giovanni, Sofia, Tommaso e Greta, adorati di nonno Fernando «che è sempre stata una persona di grande generosità - assicura la figlia -, di grandi soddisfazioni professionali, e con una vita piena di affetti famigliari e di interessi».

Perché oltre che di medicina, Andreassi si interessava al calcio, in quanto era stato calciatore in gioventù, e come tale era membro storico del Panathlon club Sondrio di cui è era stato presidente nel 1971, «e, poi, ancora - dice la moglie Piera -, era un socio convinto del Lions club Sondrio Host al punto da fondare, nel 1966, il Lions Masegra divenendone il primo presidente, per poi rivestire anche l’incarico di governatore del distretto Lions Lombardia ovest e, ultima, ma non ultima, la passione per la caccia. Era nel comitato caccia di Sondrio ed è stato capace di andare fino al Polo Nord per cacciare la pernice bianca».

Andreassi è mancato serenamente, di vecchiaia, nella casa di Bergamo dove si era trasferito con la moglie nel 2020, per essere più contigui alla figlia e al figlio, ma i funerali si sono celebrati ieri pomeriggio in Collegiata a Sondrio da mons. Luciano Capelli, già vescovo di Gizo, nelle isole Solomon. E la salma è stata tumulata in terra nel cimitero del capoluogo.

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