Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 19 Maggio 2016
L’accoglienza dei migranti, «Meglio le piccole strutture»
In Prefettura incontro con il vicario del vescovo e i vicari foranei, cooperative e Caritas a fianco delle parrocchie seguendo il “modello Como”
Individuare le soluzioni migliori per un modello di integrazione e di accoglienza per i migranti. Un modello che dovrà puntare in maniera particolare su piccole strutture, diffuse per quanto possibile su tutto il territorio provinciale. Con la compartecipazione di cooperative, collegate alla Caritas, che dovranno anche affiancare le parrocchie nell’attività di mediazione. È stato questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto ieri nella Prefettura alla presenza del vicario del vescovo e dei vicari foranei della provincia.
L’esempio che si intende seguire è quello già sperimentato con buoni risultati nel comasco. «L’idea è quella di una cooperativa di giovani, con figure professionali, che sappia affiancare le piccole strutture e le parrocchie per tutti gli aspetti e le incombenze di tipo pratico. Pensiamo ad esempio a tutti i problemi che riguardano la parte amministrativa e burocratica» ha sottolineato don Corrado Necchi, vicario episcopale.
Attualmente sono circa 550 i profughi che sono presenti nella nostra provincia e l’incontro di ieri è servito per superare la prima fase, quella dell’accoglienza iniziale, e focalizzare l’attenzione sulla mediazione e sull’integrazione, coinvolgendo la Caritas e e le parrocchie, e in prospettiva ancora più ampia anche il terzo settore già molto attivo. Già ora vengono organizzati dei corsi per i migranti che sono arrivati nella nostra provincia. Non solo di lingua italiana, ma anche corsi che di educazione civica e sportivi. Senza dimenticare anche quelli propedeutici al lavoro.
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