Infortuni mortali sul lavoro, a Sondrio il rischio è più alto

Un’incidenza di 13,4 infortuni mortali ogni milione di occupati a fronte di un dato lombardo di 7,3 e di una media nazionale di 8,7. E’ particolarmente elevato il rischio dei morti sul lavoro in provincia di Sondrio secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering aggiornati ad aprile di quest’anno ed elaborati a partire dai dati ufficiali Inail. Un’analisi che considera solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con l’esclusione di quelli in itinere e che punta nuovamente l’attenzione su un tema tanto attuale quanto delicato.

Sempre secondo i numeri forniti dall’Osservatorio nei primi 4 mesi di quest’anno in tutta la regione si contano già 52 vittime, in questo caso sia sul posto di lavoro (33) che in itinere. Un dato che sembra sconfessare l’indice di pericolosità più basso rispetto alla media italiana. «I numeri dei decessi devono essere rapportati alla popolazione lavorativa – spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega Engineering – che in Lombardia è la più numerosa rispetto a tutte le altre regioni. E infatti, quando si parla di rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa il risultato cambia e la Lombardia viene ancora inserita in zona gialla, con un’incidenza di infortuni mortali inferiore alla media nazionale».

Se, dalla mappatura dell’Osservatorio, la Lombardia si trova in zona gialla che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale, per quanto riguarda le incidenze, Brescia, Sondrio, Pavia e Mantova sono invece in “zona rossa”. Anche se, per quanto riguarda la Valtellina l’incidenza è in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: era 26,8 tra gennaio ed aprile 2023, è del 13,4 oggi. Un dato presto spiegato: l’anno scorso nei primi quattro mesi si erano registrati due incidenti mortali mentre per quest’anno ne è indicato uno. Anche se, in realtà, come è stato ricordato a Colda in occasione delle celebrazioni del Primo maggio, sono stati due i lutti che hanno toccato direttamente la Valtellina: Luca Manzoni di Carate Brianza è morto in Valdidentro, Carlo Lenatti di Montagna ha perso la vita a Laglio, sul lago di Como. E sul libro della Memoria per il 2023 sono stati iscritti nove nuovi nomi, anche di chi è morto a seguito di malattie professionali.

Complessivamente in Lombardia sono 37.796 le denunce di infortunio su un totale, in Italia, di 193.979. Il trend è in crescita: alla fine di aprile 2024 le denunce di infortunio totali sono cresciute del 4,4% rispetto alla fine di aprile del 2023, arrivando a 37.796 rispetto alle 36.200 del 2022.

Le attività manifatturiere, anche alla fine di aprile 2024, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio (5.079), seguite da trasporto e magazzinaggio, commercio, sanità e costruzioni. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 9.006 su 37.796 (quasi il 25%), mentre sono 13 quelli deceduti nel primo quadrimestre 2024 in occasione di lavoro, quasi il 40% delle vittime della regione. L’agricoltura, balzata agli onori delle cronache negli ultimi giorni per la tragedia consumata nei campi di Latina, è un settore che, secondo l’analisi dell’Inail, vede un costante decremento di infortuni. Non in Lombardia, però.

In provincia di Sondrio la situazione è grave soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’artigianato e dell’agricoltura. Nei cantieri, secondo la testimonianza dei rappresentanti locali della sicurezza di Cgil, Cisl e Uil, spesso non si sa neppure chi sia l’addetto alle emergenze, il personale viene assunto senza neanche l’addestramento necessario per evitare gli infortuni. E poi c’è il problema degli stranieri che spesso non conoscono neppure la lingua.

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