Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 21 Dicembre 2022
«Infermieri, restate qui con noi». Ma intanto numeri ancora bassi
Nella sede di FaedoSono 31 i neo laureati e 33 le matricole con diversi posti rimasti scoperti
Sono 31 i neo laureati del corso triennale in Infermieristica, per il 2022, della sede di Faedo Valtellino di Milano-Bicocca, dei quali, una parte ha discusso la tesi nella sessione di novembre, e un’altra lo farà nell’aprile dell’anno prossimo.
Sul totale, 20 sono residenti in provincia di Sondrio e quindi si auspica restino a lavorare in Valtellina e Valchiavenna, e altri 11 provengono da fuori provincia, anche se a tutti è giunto il duplice invito, da parte di Giuseppina Ardemagni, direttore sanitario di Asst Valtellina e Alto Lario, e Mario Melazzini, direttore organizzativo del Morelli di Sondalo, a restare in Valle perché, hanno detto entrambi, «qui c’è molto da imparare».
In aula magna
La prima a prendere la parola, introdotta da Carmela Ongaro, direttrice didattica del corso in Infermieristica di Faedo Valtellino, in apertura della “Festa di laurea 2022” di ieri mattina nell’aula magna della sede a pochi passi da Sondrio, è stata Giuseppina Ardemagni, la quale senza tergiversare si è rivolta ai neolaureati con un eloquente «correte con noi».
«Restate con noi - ha detto ai neo laureati -, perché qui, in questo territorio così piccolo, ma così ricco di opportunità di crescita in campo sanitario, potrete fare un’esperienza unica. Il terreno, infatti, è difficile, ma anche molto sfidante, e quindi altamente formativo. E nei nostri ospedali, se sceglierete di rimanere in ambiente ospedaliero, troverete medici e personale di supporto disposti a stare al vostro fianco durante il percorso di inserimento lavorativo. Siete la nostra gioia - ha aggiunto - quando, in “branco”, entrate in mensa, in ospedale a Sondrio, per la pausa pranzo, e anche se magari non c’è occasione di stabilire una relazione, nel corso dell’anno accademico noi vi osserviamo e ci compiaciamo di poter contare su questo vivaio di futuri professionisti della sanità. Voi rappresentate un punto di riferimento importantissimo per il paziente, sia umanamente, sia professionalmente, perché siete l’occhio clinico che, subito, si accorge se qualcosa non va e può, così, fare la differenza».
Le matricole sono 33
Parole che sono arrivate, certamente, ai neolaureati, ma anche a tutti gli altri studenti del 1°, 2° e 3° anno presenti ai festeggiamenti, per un totale di 96 iscritti al corso di Faedo, dei quali 33 sono matricole.
Meno di quanti erano gli attesi, perché i posti disponibili quest’anno erano aumentati rispetto allo standard solito, salendo a quota 55, ma purtroppo non sono stati coperti tutti, con grande rammarico da parte di quanti, in un’infornata di matricole, speravano. Vale la pena, quindi, non lasciarsi scappare nessuno e, anzi, lavorare a una fidelizzazione che sarà fondamentale, per Asst Valtellina e Alto Lario, ma anche per le Rsa della provincia di Sondrio e per le altre strutture socio sanitarie legate a doppio filo al corso di laurea di Milano -Bicocca e dove, pure, si effettuano i percorsi di tirocinio.
Il ritorno in provincia
Emblematico l’invito giunto da Mario Melazzini, direttore organizzativo del Morelli di Sondalo, presente in sala, a seguire il consiglio espresso, pochi minuti prima, dalla direttrice sanitaria Giuseppina Ardemagni «perché - ha detto Melazzini - il tessuto provinciale è molto particolare, ma anche molto ricco, per cui restare a lavorare qui rappresenta un’opportunità, non un limite. Io stesso, dopo aver lavorato per quarant’anni fuori provincia, ho ritenuto importante tornare, da poco, come direttore del Morelli, perché qui avrò modo di apprendere cose nuove, di crescere. Sono sicuro di questo e sono sicuro che restare sarà motivo di grande soddisfazione anche per voi».
Da Melazzini, ma anche da Tonino Trinca Colonel, dirigente delle professioni sanitarie in Asst, così come da Giuseppe Franzini, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Sondrio, è giunto l’invito, ai neolaureati e ai corsisti, «a diffondere, presso i vostri amici, il verbo che il percorso infermieristico rappresenta una grande opportunità - ha detto Melazzini - professionale e umana, sapendo che la dignità sta nell’occhio del curante, in quanto la infonde a quel paziente che, spesso sopraffatto dallo sconforto, tende a perderla un poco».
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