Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 13 Agosto 2019
Indagine della Procura sull’ex sindaco di Visso: «Una persona perbene»
Lanzada, inchiesta sulle somme post terremoto transitate da società private e non dal Comune. Negrini: «I nostri soldi hanno raggiunto gli obiettivi».
Un presunto episodio di peculato e cinque di abuso d’ufficio. Sono i reati contestati dalla Procura di Macerata all’ex sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, senatore della Lega, in relazione a somme donate per il terremoto del 2016, denaro transitato da società private invece che dalle casse dell’amministrazione comunale.
Le accuse sono contenute nell’avviso di chiusura indagini recapitato al senatore, che però si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, certo di aver sempre agito in buona fede. L’ex sindaco avrebbe indotto chi donava a non versare al Comune, ma a società private per evitare lunghe procedure burocratiche. Gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiarire la propria posizione, dopodiché il pubblico ministero tirerà le conclusioni per l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Visso è legato a Lanzada: nel 2017, tra le amministrazioni comunali dei due paesi nacque un gemellaggio, anche perché una famiglia di quel piccolo paese delle Marche risiede in Valmalenco. Il Comune, allora guidato da Marco Negrini, donò 20 mila euro alla Pro loco di Visso per la realizzazione di nuovi spazi commerciali, dato che il sisma aveva completamente distrutto laboratori, negozi e botteghe.
Per ringraziare di tanta generosità, Pazzaglini venne in visita nel comune malenco e raccontò la terribile esperienza del terremoto che tra agosto e ottobre del 2016 colpì gran parte del centro Italia.
Per evitare che il denaro andasse perso nel classico calderone nel quale non si sa mai dove possa finire, l’amministrazione comunale di Lanzada decise di destinare il prezioso contributo economico alla Pro loco di Visso, ente estraneo all’inchiesta della Procura: «Ci sono voluti dodici mesi, ma siamo riusciti a farlo arrivare alla Pro loco, che lo ha usato per costruire i nuovi negozi», dichiarò all’epoca Marco Negrini che, come promesso a Pazzaglini, ricambiò la visita.
A maggio del 2018, assieme a una delegazione di lanzadesi, si recò a Visso per visitare la zona commerciale dove - anche grazie a quei 20mila euro - i negozi poterono riaprire i battenti all’interno di piccole casette in legno. «Sapevo di questa indagine, è una storia di molti mesi fa - ha dichiarato Negrini -. Fino al termine del mese di maggio, quando ero ancora sindaco, al Comune non è arrivata alcuna comunicazione, ritengo quindi che il nostro contributo non sia compreso tra quelli contestati all’ex sindaco. Con Pazzaglini ci siamo sentiti tante volte. Inizialmente il nostro contributo doveva servire per ristrutturare l’ex piscina e riconvertirla a uffici di servizio pubblico; poi quel progetto naufragò e, in accordo con lui, i fondi vennero dirottati alla Pro loco, che aveva un progetto per creare un piccolo quartiere di prefabbricati finalizzato a far ripartire le loro attività; ci era piaciuto e donammo loro quei 20mila euro; poco dopo Pazzaglini ci disse che sarebbe venuto a Lanzada per ringraziarci personalmente. L’impressione è che fosse e che sia una persona estremamente perbene. Ci disse che i soldi c’erano, ma che non si sbloccavano per le solite questioni burocratiche e allora optammo per una via alternativa. Per come lo conosco, rimarrei molto stupito se queste accuse venissero confermate, anche perché a Visso abbiamo constatato che quel denaro è effettivamente stato usato per quello che avevamo pattuito. La sensazione che provammo allora fu di aver fatto qualcosa di bello per il loro paese che, sotto tanti aspetti, è molto simile al nostro. Auguro quindi a Giuliano Pazzaglini di poter dimostrare la sua totale innocenza».
A quanto è dato sapere, il contributo dato dal Comune di Lanzada a Visso non compare nella lista di quelli oggetto delle indagini.
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