Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 02 Dicembre 2017
Incidenti stradali, netto calo in provincia
L’analisiIl rapporto Eupolis: Lombardia presentato ieri colloca Sondrio al vertice rispetto al resto della regione. Nel 2001 erano state 38 le persone morte sulle nostre strade, lo scorso anno sono state cinque le vittime.
Diminuiscono i morti per incidenti stradali in Lombardia e in provincia di Sondrio, con un trend positivo fra 2015 e 2016 e soprattutto rispetto agli inizi del decennio. I dati di Valtellina e Valchiavenna parlano chiaro: nel 2001 sulle strade 38 persone erano morte e 1.455 erano rimaste ferite, lo scorso anno le vittime sono state cinque mentre i feriti 661, in 423 incidenti contro i 954 registrati nel 2001.
Numeri incoraggianti, ma c’è ancora molto da fare: «Finché ci sarà anche una sola vittima, un solo ferito sulle nostre strade, il nostro lavoro non potrà dirsi finito, serve un grande lavoro di prevenzione e servono interventi strutturali», ha sottolineato ieri l’assessore regionale Simona Bordonali in occasione della giornata della sicurezza stradale organizzata dal Pirellone.
Il rapporto Eupolis Lombardia presentato ieri segnala come il 2016 sia stato un anno positivo per la sicurezza stradale, con 44 decessi in meno rispetto al 2015 sulla rete viaria lombarda e un indice di mortalità inferiore a quello nazionale, anche se si registra un leggero aumento dei feriti, oltre 45mila in tutto.
Su questo aspetto però la provincia di Sondrio ha fatto meglio del resto della regione, come emerso anche dall’indagine dell’Aci di Sondrio presentata di recente: in Valtellina e Valchiavenna il numero dei feriti è calato dai 729 del 2015 ai 661 dello scorso anno.
Guardando alla serie storica dal 2001 in avanti, il 2016 risulta l’annata con i dati più incoraggianti, seguita dal 2013 quando si registrarono 426 incidenti con 658 feriti, ma nove morti. Rispetto al 2001 le vittime sulle strade della provincia sono diminuite dell’86%, mentre dal 2010 il calo è stato del 70,6%, sempre secondo l’indagine Eupolis: proprio il 2010, insieme al 2006 e al 2011 è stato uno degli anni neri, con un numero di morti sulle strade superiore all’anno precedente.
La mappa disegnata dal rapporto Eupolis evidenzia come il 55% degli incidenti a livello regionale si concentri nei poli urbani, mentre la mortalità è più alta negli scontri che avvengono nei comuni intermedi e periferici. In Lombardia la grande maggioranza pari al 71,6% degli incidenti si è verificata fra le 8 e le 18, ma gli indici di mortalità più elevati si registrano fra le 22 e le 6. Elementi utili per programmare gli interventi, ha rimarcato l’assessore regionale alla Sicurezza, perché «il rischio non si può annullare, ma si può limitare», con il miglioramento delle infrastrutture e con il lavoro sulla prevenzione contro i comportamenti a rischio, come l’uso dello smartphone alla guida.
Ma c’è un altro dato evidenziato da Bordonali: «Dal 2016 l’Istat ha reso obbligatoria la compilazione dei campi riguardanti la cittadinanza del conducente coinvolto in un incidente – ha spiegato l’assessore -. Dalle prime analisi emerge che nel 2016 il 20% dei conducenti coinvolti in incidenti stradali in Lombardia era straniero. In particolare risultano 5,6 stranieri coinvolti ogni mille residenti stranieri, contro tre italiani su mille residenti italiani».
Altro elemento su cui riflettere, ha detto l’assessore, è il costo sociale degli incidenti con lesioni alle persone, stimato in quasi tre miliardi di euro per il 2016. «Il valore di una vita non è certo quantificabile dal punto di vista economico – ha rimarcato Bordonali -, ma c’è la necessità di capire come il costo sanitario ricada sulla comunità e intervenire per renderlo il meno gravoso possibile. In questa direzione auspico che il governo possa fare di più rispetto a quanto fatto fino ad oggi, visto che l’ultimo finanziamento statale risale al 2009, ed è stato di soli 31 milioni di euro per l’intero territorio nazionale».
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