Incendi nei boschi: il piromane, un ex frontaliere di Tresenda, è stato arrestato in sella a un quad

È stato visto allontanarsi dalle fiamme accese in località Tizzone a Castello dell’Acqua. I carabinieri della Forestale lo cercavano dai roghi di Teglio. Fermato, ha cercato di liberarsi degli accendini

Il presunto piromane seriale della Valtellina è stato arrestato, domenica pomeriggio (ma la notizia si è diffusa soltanto ieri nel tam tam fra residenti dei paesi colpiti negli, trovando poi conferma ufficiale) dai carabinieri del Gruppo forestali di Sondrio che con i colleghi della caserma di Teglio e del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio cercavano di catturarlo da alcuni giorni.

I residenti hanno fatto finta di non notarlo, ma hanno dato l’allarme

La svolta all’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Daniele Carli Ballola, dopo i primi quattro roghi scatenati nella serata di mercoledì scorso nella pineta di Teglio, si è avuta quando il cinquantenne Ivan Gabrielli - di Tresenda, frazione di Teglio, ex frontaliere in Svizzera - probabilmente sentendosi braccato, ha deciso di spostare il suo raggio d’azione sul lato opposto delle montagne, ossia dalle Alpi Retiche alle Orobie, in territorio comunale di Castello dell’Acqua.

Ma questo spostamento lo ha tradito. Nel pomeriggio di domenica, infatti, dopo avere acceso alcuni roghi nella zona alta di Tizzone, verso la località Piazzola, fra i novecento e i mille metri d’altitudine, un’area dalla fitta vegetazione con pinete di pregio, è stato notato da alcuni residenti mentre si allontanava dalla zona al volante di un quad.

Queste persone, fra cui alcuni addetti volontari dell’Aib (Associazione anti-incendi boschivi) di Ponte in Valtellina della Comunità Montana di Sondrio, accorsi per lo spegnimento, hanno finto di non curarsi di lui. Invece, hanno subito allertato i carabinieri Forestali che da alcuni giorni stavano dando la caccia al piromane, immortalato dalle telecamere posizionate a Teglio. I militari del colonnello Andrea Turco, il comandante dei carabinieri forestali, lo hanno bloccato in tempi veloci: alla vista degli investigatori, Gabrielli ha cercato di liberarsi degli accendini che aveva in tasca, in particolare di uno vistoso nascondendolo sotto uno scarpone. Poco c’è mancato che venisse arrestato in flagranza di reato.

Atteso l’interrogatorio

«Per fortuna ci si è accorti in tempo di quanto aveva fatto - racconta un volontario - e così si è provveduto, in tempi rapidi, con l’ausilio degli abitanti e dei vigili del fuoco di Sondrio, a spegnere le fiamme che in un certo punto avrebbero potuto colpire le case della contrada Cà Gianni perché appiccate nelle immediate vicinanze del nucleo abitato».

Il sospettato, a quel punto, è stato condotto nella caserma dei carabinieri, per i primi accertamenti, al termine dei quali il magistrato della Procura, guidata da Piero Basilone, ne ha disposto l’arresto.

«Attorno alle 18 di domenica sono stato chiamato dai carabinieri - dice l’avvocato Giuseppe Romualdi di Sondrio - che mi informavano che ero stato nominato avvocato di fiducia del fermato del quale sono già difensore per un altro procedimento a suo carico che nulla ha a che fare con incendi. Ancora non si sa quando verrà interrogato dal giudice per l’udienza di convalida. Di mezzo c’è stata una domenica e, subito dopo, il giorno festivo dell’Epifania».

E il sindaco di Castello, Andrea Pellerano, che quando l’abbiamo interpellato ancora non sapeva della svolta, ha detto: «Se è stato individuato il responsabile sono davvero soddisfatto, in quanto anche in passato il paese che amministro ha subito incendi dolosi».

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