Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 08 Gennaio 2025
In Valtellina si cercano badanti, ma non se ne trovano
Duecentosette domande di assistenza da parte delle famiglie nel 2024 tra Sondrio e Morbegno, ma risposte sotto il 40% in un mismatch che sempre di più riguarda anche l’ambito socio assistenziale dove, peraltro, torna ed emergere il fenomeno del “nero”.
In Valtellina la popolazione anziana e fragile aumenta, crescono i bisogni di cura, ma con essi pure le difficoltà nell’incrociare domanda e offerta perché anche le badanti invecchiano, sono sempre meno disponibili alla convivenza e difficilmente coprono le richieste che provengono dalle realtà fuori dai capoluoghi non essendo per la maggior parte automunite e non essendoci un servizio di trasporto pubblico così capillare.
Raccontano questo i dati e l’esperienza degli sportelli degli assistenti familiari di Sondrio e Morbegno, gestiti dalla cooperativa Grandangolo, i cosiddetti sportelli badanti, che proprio per andare incontro alle esigenze espresse dalle famiglie dagli utenti da una parte, ma anche dalle lavoratrici e dai lavoratori dall’altra, nel tentativo cioè di far incontrare un maggior numero possibile di persone, incrementano i propri orari di apertura.
Lo fanno grazie ai fondi del Pnrr del progetto di cura domiciliare per over 65 “A casa tutto bene”. Con il nuovo anno lo sportello di via Giuliani 20 a Sondrio, che quest’anno compie i suoi primi dieci anni, e quello di via Montalcini a Morbegno, presente invece dal 2017, resteranno aperti per tre ore tutti i giorni dal lunedì al venerdì, con modulazioni differenti. A Sondrio il servizio sarà attivo il lunedì e il giovedì dalle 14 alle 17; il martedì e il mercoledì dalle 9 alle 12 e il venerdì dalle 14,30 alle 17,30. A Morbegno, invece, sportello aperto lunedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12 e martedì e mercoledì dalle 14,30 alle 17,30.
Il servizio è gestito da tre operatrici - Maddalena Bassanelli e Hanna Velihurova a Sondrio e Silvia Fistolera a Morbegno - e proprio dalla loro esperienza e dal bilancio dell’attività svolta in questi anni emergono soprattutto la difficoltà crescente nel trovare risposte ad alcune esigenze specifiche a partire dalla convivenza - la più richiesta a fronte però di una disponibilità in diminuzione -, ma anche una certa impressione che il lavoro sommerso, nonostante il continuo tentativo di regolamentare l’attività di assistenza alle persone fragili, sia nuovamente in crescita. Cosa che segnalano sia le assistenti di Sondrio che di Morbegno. Secondo la testimonianza di alcune persone che si sono presentate agli sportelli, sul territorio sarebbe infatti presente uno o forse più mercati non regolari di persone provenienti dall’Europa dell’Est.
Area geografica questa’ultima da cui proviene più del 60% delle badanti (il 25% dall’Ucraina). Ma proprio dai Paesi di tradizionale provenienza delle assistenti cala la disponibilità per la convivenza, se non per limitati periodi di tempo: si passa dal 46% del 2022 al 41% dell’anno scorso. Le badanti, se possono, scelgono in questo caso un paese del Centro o Nord Europa, dove la retribuzione è più alta. I fattori che complicano ulteriormente l’incontro tra domanda e offerta sono l’età media avanzata delle assistenti, l’indisponibilità a risiedere o spostarsi fuori dal capoluogo, la difficoltà nel gestire eventuali necessità di movimentazione dell’anziano, l’indisponibilità verso malattie neurodegenerative che possono comportare atteggiamenti oppositivi o aggressività, l’inesperienza e la scarsa conoscenza della lingua. Sono poi pochissime le persone autunite «il che - spiega Maddalena Bassanelli - rende difficile soddisfare richieste di assistenza provenienti da comuni e frazioni fuori dal capoluogo». Il risultato è che, come sottolineano anche dallo sportello di Morbegno, per periodi prolungati il servizio non riesce a fornire nominativi alle famiglie
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