Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 03 Maggio 2019
In tanti, tantissimi sul “Valtellina”. Peccato per i servizi
Mercoledì prime prove d’estate sul sentiero. Prese d’assalto le tre nuove aree e le piazzole picnic. Ma da Albosaggia a Tirano nemmeno una zona ristoro.
Se fosse possibile paragonare una località marina ad un percorso ciclopedonale, allora si potrebbe dire che mercoledì lungo l’Adda era come stare in spiaggia a Rimini se non proprio a Ferragosto, comunque in una calda giornata di luglio. Con la differenza che in riva al mare c’è sempre (almeno) un chiosco dove prendere un gelato o una bibita per rinfrescarsi, mentre sul sentiero Valtellina trovare una zona ristoro nel tratto da Albosaggia a Tirano è pressoché impossibile senza essere costretti ad abbandonare il tracciato. Letteralmente presa d’assalto la pista ciclabile nella giornata festiva infrasettimanale, la prima con un clima che rimandava più al mare che alla neve caduta abbondante in quota solo qualche settimana fa, in occasione della Pasqua.
Famiglie in bicicletta, coppie a passeggio, gruppi di amici nelle piazzole lungo il percorso a santificare la festa con panini e barbecue e ancora appassionati delle due ruote a scaldare la gamba e runner ad allungare la tabella di marcia di qualche chilometro: c’era veramente di tutto e di più sulla striscia di asfalto che corre lungo l’Adda, tanto da creare anche qualche “ingorgo” degno della più trafficata viabilità automobilistica locale.
Particolarmente apprezzate anche le tre nuove aree sportive recentemente inaugurate e dove sono già entrati in azione i soliti ignoti portando via i cestini appena installati rendendo vano l’invito alla responsabilità lanciato dal presidente della Comunità montana di Sondrio Tiziano Maffezzini. Pieno di ragazzini, e non solo, lo skate park riveduto e corretto a Sondrio, così come il pump track a Poggiridenti dove sui dossi della pista i giovani ciclisti hanno dovuto fare a gara per ritagliarsi uno spazio e anche il fitness park di Piateda, capace di catalizzare l’attenzione sia di adolescenti felici di mostrare i muscoli che di bambini più piccoli alle prese con la slackline, la camminata in equilibrio su una fettuccia tesa tra due supporti. Tanti tentativi, qualche caduta, pochi passi, ma tanto divertimento.
I più pigri hanno scelto le aree di sosta o i ristori di Caiolo e Albosaggia per una pausa dissetante. Un punto questo particolarmente dolente, perché per chi sale verso Tirano dopo Albosaggia, tolte le fontanelle d’acqua, sul sentiero Valtellina non è possibile trovare alcunché: non un bar, non un centro servizi. Una questione nota e che era stata sottolineata come criticità da affrontare nell’ottica dello sviluppo del turismo a due ruote anche dallo studio sulle piste ciclabili commissionato dal consorzio Vivi le Valli in collaborazione con la Società economica valtellinese e condotto dall’urbanista milanese Albano Marcarini lo scorso autunno, proprio nell’ottica di migliorare l’offerta provinciale.
«Con i suoi 114 km - aveva spiegato Marcarini presentando il report - il cosiddetto sentiero Valtellina è una delle ciclabili più lunghe del Nord Italia. Ed è ai primi posti per agibilità, meno per i servizi offerti, solo due punti di ristoro, mentre in Alto Adige c’è una postazione ristoro ogni 10 km». E i bici-grill che vi sono diffusi «sono uno dei fattori del successo e di qualità della locale rete ciclabile, al punto da essere ormai conosciuti e frequentati anche da clientela non necessariamente ciclistica».
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