In tanti all’addio a Totò. «Un grande ristoratore, ma ancor prima una persona buona»

Sono stati celebrati questa mattina, nel Santuario della Madonna degli Alpini di Chiesa in Valmalenco, i funerali di Vittorino D’Amico, per tutti Totò, 86 anni, origini abruzzesi, ma residente a Chiesa in Valmalenco da una vita e gerente, per ben 47 anni, il ristorante “Totò” di via Roma 112.

Molto più che un ristorante era Totò, chiuso il 25 aprile 2022 per lavori di ristrutturazione dello stabile che lo ospitava e mai più riaperto. Era un ritrovo per i residenti, un punto di riferimento per i turisti, era la vita, il cuore pulsante di via Roma, che, senza il mitico ristoro e ristoratore non è più la stessa.

«Totò è stato un grande, lo metta pure, perché è la verità, ha fatto tanto per Chiesa - assicura Vanna Schenatti, sua dirimpettaia per decenni in via Roma -. Sia lui sia la moglie Franca erano sempre presenti e solleciti in tutto. Passava la banda davanti al locale e loro erano fuori, pronti, con boccali di vino e di bevande a dissetarli, perché era così, si faceva armonia. C’era una raccolta per la Caritas, una qualche iniziativa specifica e loro erano pronti a donare. Persone squisite, di una disponibilità enorme. Poi, Chiesa, con Totò, era vita, non come adesso. Ricordo le cantate fuori dal locale alle 2 o alle 3 di notte. Si può dire tutte le sere. “Amici miei” a squarciagola e, allora, ad un certo punto, mi indispettivo pure, invece, adesso, mi manca tutto questo, immensamente. Non vola una mosca, via Roma è spenta. Grazie Totò».

Toccante anche il messaggio di saluto letto in chiesa da Vittorio Samaden, a nome dei tanti amici di Totò, che hanno trascorso nel suo locale momenti felici e spensierati.

«Sei stato un grande ristoratore, ma, ancor prima, una persona buona - ha detto Samaden con emozione -. Sia tu sia tua moglie Franca, la signora Franca, sempre pronti ad accogliere tutti con simpatia, dal politico, allo sportivo al vip di turno che saliva a Chiesa, alla persona semplice e umile. Tutti indistintamente erano i benvenuti nel tuo locale. Anche solo per un caffè o per commentare la partita del giorno prima, tu che eri accanito sostenitore dell’Inter».

Un lungo discorso, il suo, carico cose vere, aneddoti su Totò e la sua famiglia emblema allora e tutt’ora della ristorazione a Chiesa in Valmalenco. Il figlio Roberto Toti D’amico, infatti, prosegue l’attività nel solco del padre e, oggi, gestisce il “Taragna e champagne” di San Giuseppe, alla partenza della seggiovia, e l’ha si è trasferito in massa anche lo storico personale del Totò, come se fosse una famiglia, un corpo e un’anima sola. Anche se, il nome di Totò, resterà per sempre legato al centro storico della località e a via Roma.

Ad accogliere la salma giunta da Sondrio, dal momento che Totò era da due anni ospite della casa di riposo Bernina per via di un repentino peggioramento del suo stato di salute, la moglie Franca, il figlio Roberto, la nuova Tiziana, le nipoti Elena e Maria, e tanti residenti, amici, conoscenti, che non hanno voluto mancare di testimoniare la loro vicinanza. Fra i tanti anche Franco Vismara, patron della Fab, Funivie al Bernina e proprietario del locale oggi gestito dai D’Amico a San Giuseppe, Emanuele De Luca, assessore in Comune a Chiesa, Renato Verona, presidente del Club 105 Frecce Tricolori di Sondrio e amico intimo di Totò.

La salma, al termine della funzione, è stata traslata ad Albosaggia per la cremazione, poi, le ceneri, verranno tumulate in cimitero a Chiesa.

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