Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 04 Settembre 2021
In arrivo 37 profughi afghani
«Già trovate le sistemazioni»
Sono principalmente famiglie che hanno collaborato o lavorato per gli italiani
Saliranno a breve a 37 i profughi afgani ospitati in provincia di Sondrio, in strutture ad hoc, individuate per diretto interessamento della locale Prefettura.
Sei profughi sono già sul nostro territorio, precisamente si tratta di due nuclei famigliari, uno composto da due l’altro da quattro persone, giunti in Italia tramite le missioni Aquila 1 e Aquila Omnia, mentre altre 20 persone raggiungeranno la nostra provincia questo fine settimana, e altre cinque giungeanno nel corso della prossima.
«Si tratta di persone che hanno tutte collaborato con le Forze armate italiane nell’ambito della missione internazionale in Afghanistan - precisano dalla Prefettura di Sondrio - e che tramite la rete dei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria, che è in essere in provincia di Sondrio, li abbiamo collocati in modo dignitoso in appartamenti dislocati sull’intero territorio provinciale. Ogni famiglia ha la propria sistemazione, quindi non vivono in un contesto comunitario, pur essendo sempre gli enti gestori privati, cooperative o associazioni con i quali stipuliamo i contratti, incaricati di assicurare vitto, alloggio e mediazione linguistica. Dopodiché, per queste persone verranno avviate le pratiche di riconoscimento dello status di richiedenti asilo, in attesa che, quest’ultimo, sia loro concesso».
Sistemazioni cui si è arrivati a stretto giro di posta, in quanto, come spiegano dalla Prefettura «i Centri di accoglienza straordinaria sono riusciti in tempi rapidissimi - dicono - ad ottimizzare i posti già a disposizione e a reperire nuove strutture da adibire ad alloggi per migranti, anche grazie alla pronta e preziosa disponibilità della popolazione locale».
Una ricognizione delle disponibilità sul territorio avvenuta tenendo anche in debita considerazione il fatto che, oltre all’emergenza causata dalla repentina evacuazione dei collaboratori afgani sono ripresi anche gli arrivi da altre rotte della migrazione, più classiche, come il Canale di Sicilia e i Balcani. Il tutto, ovvio, in diretta conseguenza all’affievolirsi dell’emergenza coronavirus che aveva bloccato, insieme ad altri, anche questi flussi
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