Il vescovo Cantoni: «Overtourism, fenomeno da gestire, ma soprattutto da umanizzare»

«Riflessioni orientate a scoprire la dimensione turistica della città di Como», ma con «stimoli anche per gli altri territori, quali quelli del nostro lago, meta di tanti turisti, come quelli della Valtellina, della Valchiavenna e delle Valli Varesine, abbracciando così, idealmente, l’intera diocesi».

Il cardinale Oscar Cantoni ha introdotto così il tradizionale discorso che ha pronunciato in occasione dei primi vespri della solennità del patrono principale della diocesi, Sant’Abbondio, nella basilica che a Como gli è intitolata.

Interrogandosi sulla vocazione della città, il vescovo Oscar ha ricordato gli uomini e le donne illustri che ne hanno segnato la storia, da Plinio il Vecchio fino a Carla Porta Musa, passando per papa Innocenzo XI e Alessandro Volta. Poi ha menzionato don Renzo Beretta e don Roberto Malgesini. Per sottolineare che «città, fin dalla sua etimologia, richiama il “cives”, il cittadino, e si definisce così come il luogo dei suoi cittadini, la comunità di chi la abita. E allora mi chiedo: Como, di chi sei?».

Il cardinale Cantoni ha poi rimarcato che «da sempre, ma molto più in questi ultimi anni, questa nostra città, il suo magnifico lago, ma in generale tutto il nostro territorio, hanno visto crescere, in modo esponenziale, il flusso del turismo». Si è sviluppata così la capacità «di accogliere e di allargarsi nell’incontro con chi non è solo “dei nostri”».

Il turismo, «che porta tra noi benessere e ricchezza, occasioni di incontro e di scambi», ha anche «alcune storture e limiti», ha ricordato il vescovo Oscar, parlando di «over-tourism o di turistificazione», per il quale «nessuno ha soluzioni facili». Ma «un tale fenomeno non può essere solo subìto, occorre invece ben gestirlo e governarlo. Io aggiungerei: anche e soprattutto umanizzarlo!».

Il cardinale Cantoni ha ricordato la contrapposizione tra «un turismo consumistico, “mordi e fuggi”» e quello «più lento, più consapevole», ricordando anche i grandi numeri degli accessi alla cattedrale di Santa Maria Assunta, alla basilica di Sant’Abbondio e ad altri luoghi sacri. Per chiedersi come si possa «trasformare un itinerario da soli turisti ad un cammino da veri pellegrini, ossia persone che pregano, ispirati dallo Spirito Santo, gli uni per gli altri».

L’accoglienza dei turisti, soprattutto in centro a Como, ha reso «i prezzi delle inaccessibili e molte abitazioni sono ormai trasformate in b&b per ospitalità brevi», ha ricordato il vescovo Oscar. E «questo comporta una urgente emergenza abitativa. Con difficoltà si trovano case a prezzi equi e così il diritto ad abitare è messo oggi a rischio per giovani, studenti e nuove famiglie. Per non parlare degli stranieri, che anche quando hanno un lavoro e una stabilità economica, faticano a trovare un’abitazione, talvolta solo per uno strano pregiudizio nei loro confronti».

Oltre alla questione abitativa, «in conseguenza di questo crescere del turismo», il cardinale Cantoni ha posto anche «il tema della dignità del lavoro. Se è vero che il turismo porta lavoro e benessere, ci dobbiamo chiedere con verità se questi vantaggi siano effettivamente per tutti». E ha confidato di aver ascoltato «racconti di lavoratori nel settore turistico, spesso giovani o stranieri, sottoposti a ritmi eccessivi, così come a stipendi poco sostenibili per la vita personale e famigliare».

Ribadendo che «il lavoro non può essere mai sfruttato», il vescovo Oscar ha chiesto se a dover essere sconfitta «non è forse proprio questa diffusa e facile tentazione a volerci arricchire sempre di più». Perché «questa continua corsa ad una maggiore ricchezza conduce, alla fine, al disfacimento di molte famiglie e comunità». Allora, secondo il cardinale, «l’accoglienza e l’ospitalità non possono essere vissute senza le “virtù del cuore”. Per questo occorrono comunità più ospitali, non solo aziende specializzate o imprese di persone interessate unicamente al profitto e allo sfruttamento del territorio».

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