Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 20 Marzo 2023
Il grande ritorno delle gite scolastiche
Con un occhio ai costi
Superiori Nel polo liceale sono partite 13 classi. Mete: Vienna, Praga o le città d’arte italiane. «Spesso progetti ridimensionati a causa dei rincari»
C’è chi parte e c’è chi torna. Passata l’onda lunga del Covid, le scuole della provincia sono ritornate a viaggiare. Con grande gioia degli studenti, che non vedevano l’ora di fare la gita, dopo anni di pandemia, prima costretti tra le mura domestiche con lezioni distanza, poi obbligati a Green pass e mascherine, restrizioni che avevano fatto desistere gli istituti nell’organizzare le uscite, che rientrano a pieno titolo nella vita scolastica. Ma come mezzi di trasporto, a meno che non si tratti di gita di un giorno per la quale si sceglie il pullman, si prediligono treni e voli aerei low cost.
Istituto per istituto
Proprio sabato all’istituto tecnico tecnologico Mattei di Sondrio - poco meno di 900 alunni iscritti - è terminato il periodo dedicato ai viaggi di istruzione, con anche classi di maturandi che hanno potuto espatriare.
Al polo liceale “Città di Sondrio” (lo frequentano circa 1.200 ragazzi e ragazze), che comprende lo scientifico Donegani e i quattro licei del Piazzi Lena Perpenti, praticamente da settembre scorso è un continuo fare e disfare valigie.
«Proprio venerdì - dice la preside del polo liceale Giovanna Bruno - sono arrivati per il progetto di scambio linguistico gli alunni tedeschi da Sindelfingen», città gemellata con Sondrio. «Resteranno una settimana insieme ai nostri studenti di una classe di terza liceo linguistico, che a loro partiranno insieme verso Sindelfingen».
A novembre, un’altra classe terza del liceo linguistico, «è partita per Thonon in Francia e attendiamo l’arrivo degli studenti francesi di questa località, con cui da anni facciamo il progetto di scambio linguistico, sabato 25 marzo».
In Italia
Sono 13 le classi quinte di maturandi del polo liceale, che hanno potuto tornare a rivivere l’esperienza delle gite, «che si sono concentrate in Italia: chi a Roma, chi a Napoli, con la durata di quattro notti». Insomma, come ai vecchi tempi, prima che il Covid bloccasse tutto.
«La prossima settimana alcune classi quarte del liceo classico e dello scientifico partono per Firenze» prosegue Bruno, che conferma la disponibilità dei docenti ad accompagnare i ragazzi. Poi ci sono gli studenti del liceo sportivo del Donegani. I primi, ad inizio anno scolastico a partire: «I maturandi della quinta sono stati in Sardegna una settimana a settembre. Poi quelli di prima invece sono stati a Livigno, la classe terza ad esempio è prossima a vivere alcuni giorni in Trentino, mentre le due classi quarte a fine maggio andranno a Ventotene per un corso di vela».
Tetto massimo
In merito ai costi, indubbiamente, l’aumento c’è stato, ma si è pensato a tutti: «Abbiamo innalzato il tetto massimo di spesa per i viaggi di istruzione per i maturandi (quattro notti, cinque giorni), da 600 a 700 euro. Ma in verità non abbiamo mai speso queste cifre, investendo parte dei fondi, di cui la scuola dispone, per ridurre il costo ad alunno. Disponiamo di agevolazioni, in base all’Isee, per chi è in difficoltà, in quanto il viaggio di istruzione è per tutti - salvo per chi decide di suo di non partecipare -: è un importante momento formativo, di socializzazione, di condivisione, di conoscenze e di cultura».
«Abbiamo deliberato di condensare il periodo delle gite di più giorni in questo mese di marzo - spiega il preside del Mattei Massimo Celesti -, sono terminate proprio sabato. Esperienza, che è stata vissuta dalla maggior parte delle classi, con le quinte che hanno visitato mete all’estero come Vienna e Praga», oltre a città italiane.
Secondo quanto stabilito dal consiglio di istituto del Mattei, in base alla classe frequentata, varia il numero dei giorni per la gita: «Per le quinte sono previste quattro notti e cinque giorni al massimo, per le quarte tre giorni, che scendono a due per le terze; infine le seconde con uscite di un giorno». È altresì vero, che in seguito all’aumento dei costi (carburante, mezzi di trasporto, ma anche alloggi), «in alcuni casi abbiamo dovuto ridimensionare i progetti, cambiando destinazione per contenere la spesa e permettere a tutti di partecipare», nel peggiore dei casi rinunciandovi.
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