Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Settembre 2015
Il giorno dopo l’incendio del fieno
«Non capisco, provo amarezza»
Parla il proprietario Sergio Armanasco«Non so chi possa avere compiuto questo gesto»
L’incendio doloso delle sue rotoballe (150 quintali di fieno andati in fumo con un danno economico sui 3 mila euro), è stato spento, ma il giorno dopo a Sergio Armanasco, il meccanico di Tovo con l’hobby dell’agricoltura e allevamento che ha subito l’attentato, la “ferita” brucia ancora.
«Sono amareggiato, non riesco veramente a capire il gesto - afferma, mentre è impegnato a fare pulizia nell’area di sua proprietà vicino al cimitero del paese nel quale sono state appiccate le fiamme -. Se hai una lite o dei dissidi col vicino ti puoi aspettare anche qualcosa di simile, ma io non ho problemi con nessuno, vado d’accordo con tutti. Ora non vorrei che gli autori di questo brutto gesto cercassero il clamore mediatico e ora fossero invogliati a ripeterlo per sentirsi protagonisti». Ieri non ha raggiunto il suo posto di lavoro in Svizzera per sistemare l’area: «Devo pensare a come smaltire il fieno bruciato. Magari lo mischio col letame e lentamente si decompone. Mi sono anche interessato alla Secam per farlo ritirare, ma oggi ho trovato chiuso. Qualche soluzione la troverò. Non credo di acquistare fieno per sostituire quello che è andato perso, ho pochi animali e basterà quello che ho». Con la sua lunga barba bianca stile Babbo Natale Armanasco parla con pacatezza, senza rancore: «Pensavo che le rotoballe non intaccate dalle fiamme all’esterno avrei potuto salvarle, invece un vigile del fuoco di Sondrio che aveva già risolto casi simili, mi ha detto che bisognava aprili perché il fuoco poteva essersi sviluppato all’interno e ha avuto ragione lui».
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