
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 28 Aprile 2025
Il cardinale Cantoni ricorda il Papa: «Senza di lui siamo orfani»
Como
Tre riflessioni, «ben più ponderate e serene di tante dichiarazioni che qualcuno avrebbe preteso nei giorni scorsi dai cardinali»: è stata questa la traccia che ha ispirato l’omelia di ieri mattina del vescovo Oscar Cantoni. Tanti i fedeli della Diocesi – rappresentati in primo luogo dalle autorità civili e militari – riuniti in Cattedrale a Como per la solenne Eucarestia in suffragio di Papa Francesco: una celebrazione fortemente voluta dal pastore della Chiesa di Como, rientrato apposta nella serata di sabato da Roma e ieri già tornato nell’Urbe per prendere parte alle prossime Congregazioni generali dei cardinali in vista del conclave per l’elezione del nuovo pontefice.
A introdurre la liturgia è stato il vicario generale, monsignor Ivan Salvadori, nativo di Tirano. «Il pontificato di Papa Francesco, per il quale vogliamo celebrare una messa di suffragio, è stato costantemente segnato dall’annuncio della Misericordia di Dio». Di conseguenza, «non è un caso che proprio oggi, domenica della Divina Misericordia, vogliamo affidare nuovamente a Dio il Papa della Misericordia, pregando per lui come sempre ci ha chiesto in questi anni».
Peraltro, «per la nostra Diocesi questa domenica si carica di un significato del tutto particolare», ricorrendo – nello stesso giorno – anche la festa della Santissima Trinità Misericordia, secondo l’esperienza del Santuario di Maccio di Villaguardia, nel Comasco. «Misericordia è il nome stesso di Dio, della Trinità, che sempre si piega verso di noi per attirarci nel suo amore, rendendoci santi e immacolati», le parole del vicario generale. Monsignor Salvadori ha poi ringraziato il vescovo per la sua presenza a Como, «forse a prezzo di qualche fatica», e ha assicurato a lui «per i prossimi giorni un supplemento di preghiera, perché lo Spirito del Risorto ottenga presto alla Chiesa un nuovo pontefice, che sappia guidarla con saggezza e prudenza in questo tempo di tempesta per il mondo».
Nell’omelia, Cantoni ha osservato che «la morte di Papa Francesco ha scosso il mondo», a tal punto da spingere tantissima gente a giungere in fretta a Roma «per dare un estremo saluto»: in particolare, «penso alla fiumana di persone, con una lunghissima coda, protrattasi durante le notti scorse e al chiaror del mattino, salite alla basilica di San Pietro, dopo ore di attesa, per poter vedere il Papa per l’ultima volta, deposto in una bara comune, tra commozione e lacrime».
Non solo. «Penso alle numerose persone, tra cui molti responsabili delle nazioni, convenute in piazza San Pietro, per assistere ai funerali, trasmessi in tutto il mondo». Senza dimenticare nemmeno i tanti ieri presenti in Cattedrale – tra loro anche il prefetto di Sondrio, Anna Pavone, e il questore, Sabato Riccio – «per ricordare insieme la figura e l’insegnamento del nostro amato Pontefice e per pregare insieme per lui, lodando il Signore che lo ha donato, non solo alla Chiesa cattolica, ma anche a tutto il mondo».
In questo momento storico, «ci sentiamo tutti un po’ orfani, privi di una guida sicura, come pecore senza pastore, essendo stato papa Francesco una persona illuminata e profetica, che nel nome di Dio ha scosso le coscienze di tanta gente, di ogni condizione sociale e di ogni fede, anche se spesso il suo grido accorato, soprattutto l’appello per la pace e per la fratellanza tra i popoli, non è stato preso in considerazione», l’amara considerazione del cardinale.
«Il mondo è oggi in affanno e sente il bisogno di un padre che guidi le persone con tenerezza e insieme con autorevolezza. Papa Francesco in questi anni è stato il leader indiscusso più incisivo al mondo e il più autorevole, anche se si è sempre presentato con modestia, qualificandosi semplicemente come un “peccatore perdonato”. Tuttavia, ha guidato instancabilmente la Chiesa con coraggio e forza in anni segnati da molteplici crisi in tutto il mondo».
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