Il bilancio della Provincia di Sondrio: 20 milioni di incassi, la metà va allo Stato

Sondrio

Qualcosa più di 20,5 milioni di euro di incassi e quasi 11 milioni di uscite come contributo alla finanza pubblica e spending review. Che significa che delle entrate correnti del Bilancio di previsione della Provincia di Sondrio il 52% non è a disposizione dell’ente, che lo sbilancio tra trasferimenti e somme da restituire a Roma ammonta a circa 5,6 milioni di euro e che la specificità montana riconosciuta dalla legge nazionale (poi declinata in quella regionale), con tutto ciò che questo comporta, rimane solo sulla carta.

«Un riconoscimento che non serve se poi veniamo trattati come tutti gli altri e dobbiamo sacrificare più della metà delle nostre entrate – dice con fermezza il presidente di palazzo Muzio, Davide Menegola -. Non c’è coerenza tra le due cose. Il federalismo fiscale che sottende lo status è riconosciuto a livello regionale, ma non trova concretizzazione a livello statale».

A stabilire il contributo alla finanza pubblica per i comuni, le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, della Sicilia e della Sardegna è un decreto del Mef. L’importo complessivo è di 140 milioni di euro nel 2025, di 290 milioni di euro annui dal 2026 al 2028 e di 490 milioni di euro nel 2029. Un contributo che tocca a tutti, soprattutto agli enti più virtuosi perché sono esclusi dal contributo quelli in dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio.

Una questione quella del contributo al fondo della finanza pubblica emerso a palazzo Muzio in occasione della presentazione del Bilancio di previsione che sarà approvato dall’assemblea dei sindaci e poi dal consiglio lunedì 31. I numeri sono impietosi. «Senza le risorse delle nostre acque, dell’Aqst – ancora Menegola – non potremmo fare nessun intervento sul territorio. Un territorio particolare, fragile, che richiede attenzione come indica la sua specificità».

Le entrate complessive previste sono di 20.663.552,8 euro. Di queste 5,6 milioni provengono dall’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) per le immatricolazioni delle auto, 5,4 da trasferimenti dello Stato, 5,1 milioni dall’Rc auto, 1,6 dai sovraccanoni, 1,1 dal Tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente (Tefa). Le uscite ammontano a 10.777864,73 per il fondo di finanza pubblica e spending review, 3,7 per il personale, 2,5 per le utenze e 1,5 per le manutenzioni ordinarie. Nel 2024, secondo il consuntivo, palazzo Muzio ha ricevuto dallo Stato 5,4 milioni di euro, ma ha dovuto restituirne quasi dieci con uno sbilancio di 4,6 milioni di euro.

«Riteniamo che sia corretto escludere la provincia di Sondrio dal concorso alla spesa pubblica in virtù della nostra specificità – ancora Menegola -. Crediamo che sulla perequazione fiscale sia necessario costruire una battaglia e chiediamo alla Regione Lombardia, che ha legiferato sulla base di quello status, di sostenere le nostre ragioni perché ci sia un riscontro anche a livello statale».

Quegli undici milioni in meno pesano. «Se potessimo contare su tutte le nostre entrate – spiega Menegola – avremmo una capacità di spesa notevole». Importante per un territorio dove qualsiasi cosa costa di più. Considerando che attualmente la Provincia non ha alcun mutuo in essere, quei fondi potrebbero consentire anche di accenderne per investire su progetti di ampio respiro.

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