Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 30 Dicembre 2016
Il bilancio del Comune, «scelte discutibili»
Lavori che restano a bilancio, trascritti di anno in anno senza mai essere realizzati,tasse che non vengono abbassate e servizi non strettamente indispensabili per finanziare i quali si attinge alla fiscalità generale piuttosto che alla copertura dei fruitori.
Lasciata l’aula del consiglio comunale chiamato ad approvare il bilancio di previsione per questioni di regolamento, il capogruppo di Sondrio Liberale Andrea Massera non rinuncia a commentare il documento.
Lo fa soffermandosi, innanzitutto, sulle macro voci della spesa corrente. «Durante l’inaugurazione della sede della Cgil - attacca Massera - il sindaco ha praticamente dato degli egoisti a coloro che avevano chiesto lo skipass gratuito per i figli, dicendo che la stessa attenzione non l’aveva vista nel chiedere aiuto a chi è in difficoltà. Peccato che le sue parole non trovino corrispondenza nel bilancio di previsione dove l’assessorato delle Politiche sociali non è in alcun modo potenziato. Non è stato deciso di attingere alla fiscalità locale per aumentare finanziamenti e servizi».
Cosa che, invece, annota Massera è stata fatta per i capitoli legati a turismo ed eventi - da 250mila euro del previsionale 2015 agli attuali 566mila - ed eventi culturali passati da 230mila a 455mila euro, «dei quali 310mila solo per il teatro».
Una scelta politica chiara secondo il consigliere di minoranza che critica non lo stanziamento per il teatro, ma la sua origine: la tassazione. «Trovo corretto sostenere la cultura - dice -, ma i costi del Sociale non sono bilanciati visto che sono coperti solo al 50% dai suoi fruitori. Alla stregua degli asili nido. Non c’è proporzione. Anziché far pagare 200 euro un abbonamento in platea per undici spettacoli si potrebbe pensare di alzare la cifra e puntare ad una copertura maggiore dei costi a carico del Comune». Anche perché quei fondi l’amministrazione li prende dai soldi versati dai cittadini sotto forma di Tasi, Tari e aliquota Irpef «che - sottolinea Massera - il Comune non può alzare, ma che decide di non abbassare».
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