«I cinghiali sono un flagello». La protesta dei coltivatori valtellinesi davanti alla Regione

Più di mille agricoltori in piazza, davanti alla sede del consiglio regionale a Milano, per denunciare la situazione e chiedere l’adozione di un piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. Perché quei sei milioni di euro di danni provocati in un anno dai cinghiali nelle campagne lombarde con assalti e raid che distruggono raccolti, produzioni, pascoli causando perdite di produzione, di quote di mercato e redditività sono ormai insostenibili. Una partecipazione imponente anche da parte dal territorio valtellinese, quella di ieri alla manifestazione organizzata da Coldiretti.

A fianco degli agricoltori giunti da tutte le province lombarde anche sindaci ed esponenti delle varie istituzioni territoriali. A guidare la delegazione sondriese il presidente provinciale di Coldiretti, Sandro Bambini salito sul palco per denunciare la situazione. «Nel territorio della provincia di Sondrio il problema della fauna selvatica ha assunto proporzioni gravissime, senza contare – ha sottolineato – che in molti casi gli agricoltori decidono di non denunciare, per stanchezza e rassegnazione. I danni causati dagli animali selvatici, infatti, non vengono rimborsati se non in minima parte. E i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto».

In Lombardia il problema dei cinghiali, che si somma ai danni provocati da altre specie selvatiche o invasive con cui gli agricoltori quotidianamente sono costretti a fare i conti, si è aggravato di anno in anno. Al presidio milanese è stata allestita un’esposizione con alcune delle produzioni agricole maggiormente attaccate: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni sui prati, al mais; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo, alle vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato. E danni si registrano anche negli alpeggi, dove l’erba rivoltata rende i pascoli inservibili.

«Questi animali – continua Coldiretti – sconvolgono l’equilibrio ambientale e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità. Senza dimenticare che i cinghiali hanno una responsabilità fondamentale per la diffusione della peste suina africana (psa)». Ma gli animali selvatici mettono a rischio anche la sicurezza delle persone con incursioni sempre più frequenti nei centri urbani, causando schianti e incidenti su strade e autostrade. Nel 2023 a livello nazionale sono stati 193 gli incidenti con morti o feriti, col coinvolgimento di animali: l’88% provocato da un animale selvatico. In Lombardia si sono contati 20 episodi.

Il presidente della Regione Attilio Fontana non ha fatto mancare il proprio supporto. «La Regione – ha ricordato – con le tre ordinanze emesse che vanno nella direzione del contenimento delle specie invasive ha dimostrato la propria volontà». «Nelle prossime settimane - ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi - adotteremo il piano straordinario per il controllo della fauna selvatica, che nei fatti è già concretamente attuato, a partire dalle 3 ordinanze. I dati ci dicono che dal 2021 a oggi la capacità di contenere i cinghiali è più che raddoppiata e in 3 anni e mezzo ha raggiunto i 46.000 abbattimenti, ma è anche vero che dobbiamo scontrarci con sacche di resistenza da parte di alcune province che, pur finanziate da Regione per prevedere attività di controllo, di fatto possono decisamente fare più e meglio. Le norme vanno rispettate e chi non lo fa si assumerà tutte le responsabilità del caso».

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