«Ho servito messa con Papa Francesco»: Michele Rigamonti e il Pontefice

Sondrio

Ha conosciuto Papa Francesco in un contesto intimo e quotidiano, quello di Casa Santa Marta, dove il Pontefice ha scelto di risiedere sin dall’inizio del suo pontificato. Michele Rigamonti, imprenditore valtellinese, presidente del Sondrio Calcio e anima della Wine Trail, racconta con emozione e gratitudine la sua esperienza personale con il Santo Padre. Un incontro che, più che istituzionale, è stato profondamente umano.

«Ho avuto la fortuna di conoscerlo frequentando per diverso tempo Santa Marta – spiega –. Ricordo ancora quel giorno in cui gli portai il vino della mia cantina, la Spia e lui, con un sorriso, mi chiese: ‘Ma cos’è, acqua benedetta?’. Gli risposi: ‘No Santo Padre, questa è più buona e fa più miracoli’. Era fatto così: sapeva stare con la gente, sapeva scherzare, anche nei momenti più seri».

La naturalezza di Papa Francesco colpiva chiunque avesse modo di incontrarlo. Anche Rigamonti, abituato a muoversi tra sport, impresa e grandi eventi, ne resta profondamente segnato. «Nonostante fosse il Papa, ti metteva a tuo agio. Non faceva pesare il suo ruolo. Quando si faceva colazione a Santa Marta si metteva in coda, dietro a tutti. Voleva essere uguale agli altri. E lo era, nel modo più autentico». Non è solo un ricordo personale, ma un’impressione condivisa da chi ha visto Francesco da vicino: un pontefice capace di farsi prossimo, anche nei dettagli. «A volte lo vedevi pensieroso, con la testa da un’altra parte – racconta Rigamonti –. Aveva grandi responsabilità, tanti pensieri. Ma poi si avvicinava e ti chiedeva semplicemente come stavi. E lo faceva con sincerità. Era come un nonno, la persona che ha sempre la parola giusta, quella che ti rassicura».

Tra gli episodi rimasti nel cuore, ce n’è uno che Rigamonti ricorda con particolare tenerezza. «Durante una messa che ho avuto l’onore di servirgli, stavo versando l’acqua e lui, un po’ stizzito, mi tolse la mano dicendo: ‘Un po’ di meno’. Un gesto semplice, che però dice tutto. Anche in un momento liturgico sapeva mantenere quel tratto umano che lo rendeva unico».

Rigamonti non nasconde la malinconia pensando al fatto che, ora, Jorge Bergoglio non c’è più. «È una mancanza enorme, non solo per i cristiani. Era una figura che tutti amavano, l’uomo che sapeva parlare a tutti. Con il suo stile ha toccato temi delicati, ha avuto il coraggio di portare avanti battaglie importanti. Era il Papa, ma anche qualcosa di più». E se è vero che i grandi lasciano un segno soprattutto nei piccoli gesti, il ricordo di Rigamonti non lascia dubbi: «Ci mancherà tantissimo. Perché era davvero una persona splendida».

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