Ghiacciai a rischio: «Meglio del solito, ma la crisi rimane»

Ambiente Il punto sul 2024 con i dati di Arpa Lombardia «Anno meno negativo» - L’Alpe Sud verso l’estinzione

Sondrio

“Meno”, sì, ed è ormai una costante da diversi anni a questa parte. Ma meno del solito. È questa la panoramica dello stato di salute dei ghiacciai in regione che Arpa Lombardia ha tracciato nelle scorse ore, a cavallo tra la Giornata mondiale dei ghiacciai – celebrata venerdì – e la medesima ricorrenza per quanto riguarda l’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, in calendario il 22 marzo, cioè due giorni fa.

L’accumulo di ghiaccio a Valfurva «scomparirà nell’arco di poche estati»

«Il 2024 si presenta come un anno relativamente meno negativo per il glacialismo alpino», come è stato evidenziato dalla Direzione tecnica Monitoraggio e Prevenzione dei rischi naturali dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Secondo i dati del Centro regionale neve e valanghe di Arpa a Bormio, «la riduzione glaciale nel 2024 è stata inferiore rispetto agli anni 2022 e 2023, quest’ultimo anno contrassegnato dal massimo di perdita».

La condizione

Nel corso degli anni, in diverse occasioni abbiamo parlato – proprio su queste colonne – della condizione dei nostri giganti bianchi, messi a dura prova dal cambiamento climatico in corso, tra mesi (per non dire proprio stagioni intere) decisamente siccitosi e temperature più alte della media.

«Nei settori retici persi lo scorso anno 1,8 metri a un’altitudine di tremila metri»

Tant’è che, per l’appunto, «nonostante l’inverno e la primavera abbiano registrato abbondanti precipitazioni, queste non sono riuscite a compensare gli effetti delle elevate temperature estive», precisano da Arpa Lombardia. «Tuttavia, le prime nevicate autunnali di fine settembre hanno limitato questo trend sfavorevole». Va meglio del solito, dunque, ma la situazione in quota resta comunque critica.

Per fare alcuni esempi, «nel ghiacciaio sperimentale di Alpe Sud, nel comune di Valfurva, monitorato ininterrottamente dal Centro dal 1997, nella stagione 2023-2024 si è registrata una riduzione dell’estensione areale di circa 1.671 metri quadrati, pari a una perdita del 13% della superficie rispetto al 2023, portando l’area attuale a circa 13.011 metri quadrati».

Il volume residuo di ghiaccio, calcolato attraverso il rilievo del 2024, «è di circa 33.700 metri cubi, ottenuto dal confronto tra il modello della superficie basale Gpr del 2011 e il modello derivato dai rilievi Gnss del 6 settembre 2024. Nel periodo 2023-2024, il ghiacciaio ha perso circa 20.600 metri cubi di ghiaccio», fanno sapere gli esperti del Centro regionale neve e valanghe di via Monte Confinale a Bormio. «Complessivamente, nei settori retici nel 2024 sono state osservate riduzioni medie di spessore di 1,8 metri a un’altitudine di 3.000 metri, accompagnate da modeste variazioni negative delle fronti glaciali. Sull’Alpe Sud restano solo pochi metri di ghiaccio, probabilmente una decina, e l’estinzione del ghiacciaio è ormai certa, con la sua completa scomparsa prevista nell’arco di poche estati». Tutto ciò può essere affermato, per l’appunto, sulla scorta di quanto registrato come trend negli ultimi anni.

Il monitoraggio

«Il Centro regionale neve e valanghe di Arpa Lombardia – proseguono gli esperti in una nota stampa diffusa nelle scorse ore – monitora diversi ghiacciai dell’arco alpino lombardo, utilizzando vari metodi di rilievo, tra cui le misurazioni manuali per quantificare gli accumuli nivali e quelle estive-autunnali per determinare la perdita di massa, attraverso tecniche avanzate come letture ablatometriche, misure georadar, rilievi geodetici Gnss e aerofotogrammetria». Esempi, questi, di come le nuove tecnologie siano utili – anzi, fondamentali – per favorire lo studio e l’approfondimento della condizione dei giganti bianchi.

A tal proposito, inoltre, «per garantire la continuità della caratterizzazione glaciologica a scala di bacino, il Centro regionale neve e valanghe sta valutando la prosecuzione dell’attività sul ghiacciaio di Savoretta, situato nell’alta Valle di Rezzalo, nel Parco nazionale dello Stelvio, vicino al ghiacciaio sperimentale di Alpe Sud. Nella primavera 2024 è stata effettuata una campagna georadar per misurare gli spessori, con dieci stendimenti lungo 1.800 m. I dati raccolti hanno permesso di rilevare spessori fino a 50 m, con una media di 35-40 m nella parte alta e 10 m nella zona frontale», concludono da Arpa Lombardia. Tutti dati che fanno riflettere, senza dubbio.

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