Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 09 Agosto 2018
Furbetti degli affitti, la stretta regionale
su alpeggi e malghe
L’assessore all’agricoltura Rolfi promette provvedimenti immediati contro la pratica truffaldina. «Premi ai Comuni che favoriranno le aziende locali».
Norme precise per difendere l’agricoltura eroica di montagna, delle linee guida da elaborare, nell’immediato, un documento normativo apposito che sarà stilato e messo a punto dalla Regione a settembre. Prende posizione in modo deciso l’amministrazione regionale lombarda per arginare il fenomeno dei falsi affitti delle malghe e degli alpeggi. Pratica truffaldina architettata per sottrarre risorse ad un comparto che di tutto ha bisogno, fuorché di venire predato da speculatori e da gente che sull’agricoltura di montagna vuole solo lucrare.
L’amministrazione regionale con l’assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, ha reso nota in questi giorni la stretta contro i cosiddetti “pascoli che esistono solo sulla carta”, quelli assegnati dietro gara pubblica ad allevatori di pianura. Questi operatori, in alcuni casi, concorrendo ai bandi, prendono in affitto storici alpeggi in quota, così da aumentare nei numeri, la superficie agricola utilizzata dalle proprie aziende e riscuotere i premi riconosciuti da Bruxelles nell’ambito della Pac, la politica agricola comunitaria. Sono disposti a spendere cifre consistenti per aggiudicarsi la gestione, per godere dei fondi comunitari. E magari, l’alpeggio, non lo caricano nemmeno. Contro questa pratica è intervenuta nel tempo in più riprese Coldiretti, in provincia di Sondrio anche Apa, l’Associazione allevatori.
Plinio Vanini, presidente Apa Sondrio e vicepresidente Apa Lombardia ha speso poco tempo fa parole di fuoco chiedendo un intervento risoluto da parte delle istituzioni e della politica «Gli alpeggi sono la base di tutta la filiera tipica valtellinese - ha detto -, lì ha origine la forza dei nostri prodotti. Non possiamo permettere che questo “oro verde” che alimenta e costituisce la fonte energetica per i nostri capi di bestiame diventi improduttivo o mal gestito. Sugli alpeggi, sul foraggio valtellinese – aggiunge – servono scelte strategiche che assicurino al nostro comparto di potere contare su questa importante risorsa locale. Non deve finire in mano a chi è fuori dai processi di produzione alpina tipica, si deve pensare anzi di ampliare la superficie adibita alla fienagione. Allevamento e pastorizia sono di nuovo considerati impieghi ambiti dai giovani, bisogna assicurare loro di potere avere un futuro lavorativo redditizio e sicuro».
E ora Regione Lombardia prova a dare argini chiari al fenomeno. «Andremo a punire chi specula sulla gestione delle malghe– ha affermato l’assessore Rolfi – puntando ad affidare gli alpeggi principalmente alla gente di montagna, questi sono i due obiettivi delle linee guida che siamo andati ad elaborare per regolare da settembre in avanti l’assegnazione degli alpeggi». La Regione, come ha ribadito l’assessore, crede molto nell’agricoltura di montagna, «una pratica eroica - sottolinea Rolfi- , settore a cui in questi primi quattro mesi della nostra amministrazione abbiamo già destinato 32 milioni di euro. L’alpeggio – ha infine precisato - è una pratica necessaria per l’economia lombarda, per la gestione del territorio e anche per la valorizzazione sociale e culturale delle Alpi. Le malghe possono essere volano per il turismo e per raccontare un territorio anche attraverso i prodotti agroalimentari. Premieremo i comuni che non assegneranno la gestione delle malghe solo basandosi su termini economici, ma dando precedenza ad aziende locali e a giovani del territorio».
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