Festa a Sondrio per i 208 anni della Polizia penitenziaria

Sondrio

Un momento di celebrazioni per rendere merito al lavoro svolto quotidianamente dagli agenti di Polizia penitenziaria nel carcere di Sondrio. Si è svolta oggi pomeriggio nella splendida cornice della Sala consiliare di Palazzo Muzio la festa per i 208 anni della fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria. Il giorno prima a Roma si era tenuta la cerimonia nazionale, e ieri è stato letto il discorso del capo facente funzioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Lina Di Domenico, e anche il messaggio del provveditore regionale, Maria Milano Franco d’Aragona.

La cerimonia, a cui hanno partecipato autorità civili e militari, è stata però anche e soprattutto un’occasione per mostrare, fuori dal carcere, il grande lavoro che si svolge al suo interno.

«La piccola realtà di Sondrio – ha spiegato il comandante del reparto di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Sondrio, ispettore Mattia Bonanno - conta ad oggi 35 detenuti, a fronte di una dotazione organica di reparto pari a 27 unità. Il personale di polizia, in sinergia con la direzione, l’area trattamentale e l’area sanitaria, ha egregiamente saputo far fronte nel 2024 ad un totale di 95 ingressi, 62 scarcerazioni, 6 ricoveri urgenti per pericolo di vita o danni gravi alla salute dei ristretti e 4 eventi di natura critica, ovvero problematiche di ordine e di sicurezza, aggressioni al personale, gesti autolesivi e anticonservativi, prontamente sventati».

L’ispettore Bonanno, al suo primo momento formale da quando ha assunto l’incarico di comandante, ha poi fornito altri numeri che rendono l’idea del lavoro della Penitenziaria a Sondrio.

«Il nucleo di traduzioni e piantonamenti ha garantito lo svolgimento di udienze, visite mediche, trasferimenti da o presso altri istituti, dando altresì esecuzione a misure sostitutive della custodia cautelare, percorrendo un totale di 20.000 chilometri nel solo anno 2024 – ha spiegato -. L’ufficio matricola, tra le svariate attività, ha prelevato per la successiva catalogazione 68 campioni biologici del Dna».

«Mi sento di dire che il personale di polizia penitenziaria di Sondrio è preparato, motivato, sensibile e ricettivo - ha concluso -. Ringrazio donne e uomini per gli enormi sacrifici posti in essere nei periodi più bui dovuti alla grave carenza di risorse umane, spesso e mio malgrado a discapito dei rispettivi affetti familiari. Desidero congratularmi con tutti voi per la scelta professionale operata e per la serietà con la quale affrontate questo lavoro, troppo spesso poco visibile agli occhi della comunità».

Ed è da poco a Sondrio anche la nuova direttrice del carcere di via Caimi, Ylenia Sant’Antonio. «La realtà penitenziaria di Sondrio è una realtà felice - afferma -. Non conosciamo la piaga del sovraffollamento carcerario e la popolazione detenuta mantiene numeri esigui che ci permettono di tenere alti gli standard di dignità e qualità della vita dei detenuti. Il personale, pur essendo sotto organico, non si esime mai da ricoprire anche diversi incarichi e mansioni, gli agenti non vengono mai meno al loro dovere. Così riusciamo a garantire continuità del servizio istituzionale».

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