«Famiglie sempre più povere in provincia di Sondrio»: l’allarme del Terzo settore
Povertà sanitaria, ovvero diseguaglianza. L’impossibilità di accedere alle cure o ai farmaci nei casi più gravi o di limitarla compromettendo comunque tutto il sistema di prevenzione secondo lo scenario delineato dalla ricerca condotta da Codici nell’ambito del progetto ProPositivi è un altro modo di raccontare la realtà di una forbice sempre più ampia tra i diversi segmenti della popolazione.
Tra i pochi che ce la fanno senza grossi problemi e i tanti, sempre più numerosi anche tra il cosiddetto ceto medio, che stanno inesorabilmente scivolando verso uno stato di difficoltà in cui basta un imprevisto per far saltare il banco. «La ricerca sulla povertà sanitaria è estremamente importante - commenta Luca Verri, responsabile dell’ufficio di piano di Sondrio -. Quando parliamo di diseguaglianza dobbiamo ricordare che sta aumentando in maniera esponenziale e non solo a livello nazionale o internazionale. Anche nel nostro territorio le povertà sono aumentate».
Sinonimo declinato al plurale perché è così che la povertà si mostra, con tante diverse sfaccettature, spesso legate l’una all’altra. Basti pensare che la rinuncia alle cure sanitarie con il tempo rischia di tradursi in isolamento e dunque in povertà sociale. Ad essere particolarmente a rischio, come è stato evidenziato anche dalla ricerca condotta da Codici, sono le famiglie con figli minori. «E quelle straniere che hanno più figli hanno un carico di spesa particolarmente elevato - spiega Verri -. Il fattore di diseguaglianza maggiore è che i ricchi non lo sono per reddito da lavoro, ma spesso per altro. E il lavoro non garantisce più l’accesso ai diritti fondamentali».
Il fatto che in provincia di Sondrio i redditi siano mediamente i più bassi della Lombardia, così come le pensioni, e che vi sia una concentrazione di stipendi intorno ai 10mila euro non rende lo scenario particolarmente roseo. «Stanno crescendo le famiglie con reddito sotto i 10mila euro» dice Verri facendo riferimento alle richieste per le mense scolastiche. Una questione che pone seri interrogativi alle amministrazioni, alla politica circa il costo da far pagare ai cittadini per i servizi. Nell’ambito della povertà c’è però anche quella educativa con la scuola che non riesce più a fungere da ascensore sociale, da strumento di riscatto. «Chi proviene da ambienti poveri anche culturalmente parlando, rimane povero» dice ancora Verri. E poi c’è il tema degli anziani, popolazione il cui peso in provincia di Sondrio è particolarmente rilevante. «Le famiglie si stanno impoverendo anche perché i costi dell’assistenza per i loro anziani sono altissimi - aggiunge il referente dell’Ufficio di piano di Sondrio -. Le persone devono indebitarsi per garantire le cure».
«I dati sono fondamentali per poter fare delle programmazioni idonee» il commento di Filippo Viganò, presidente di Csv Monza, Lecco, Sondrio alla ricerca. I progetti in atto sul tema della povertà sono tanti e il territorio della provincia di Sondrio ha la fortuna di poter contare su a rete di associazioni molto attenta e coesa, «ma certo - dice Massimo Bevilacqua, direttore di Sol.Co, il consorzio di cooperative sociali che è anche il principale interlocutore del progetto ProPositivi - avere un osservatorio ti cambia il modo di lavorare. Avere i dati vuol dire avere la forza di attivazione della rete e del volontariato e poter orientare azioni e politiche. Noi siamo già welfare di comunità e riusciamo a generare valore attivando la comunità. Con queste informazioni potremo fare sempre di più e meglio».
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